Roma, a Tor Bella Monaca tornano le tettoie per le auto dei boss. Le strutture abusive in via dell'Archeologia

Sono state ricostruite con tanto di segnaletica stradale che indica il divieto di sosta

Tor Bella Monaca: tornano le tettoie per le auto dei boss. Le strutture abusive in via dell'Archeologia
di Fernando M. Magliaro
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 08:54

Le avevano abbattute nel 2020: ci sono ancora i video in rete. Ora, le hanno ricostruite. Parliamo di un paio di piccole tettoie a viale dell’Archeologia a Tor Bella Monaca costruite dai clan. Totalmente abusive e, appunto, abbattute quasi tre anni fa. Nei video di allora, si vede l’ex comandante del Corpo, Antonio Di Maggio - non a caso soprannominato “Bronson” da Alemanno sindaco - alla guida di un pattuglione di un centinaio di vigili urbani per ripristinare la legalità a Tor Bella Monaca. Due i simboli tirati giù: le tettoie e, un po’ di tempo prima, un murale celebrante alcuni personaggi delle “famiglie” della zona, i Moccia e i Cordaro.


Ora, uno di quei simboli della latitanza dello Stato riappare: le tettoie sono state ricostruite e spiccano a viale dell’Archeologia, sotto i palazzoni di Tor Bella Monaca, con i loro tubi innocenti e le lamiere ondulate sui tetti.

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LE RISORSE


«La situazione di Tor Bella Monaca fa parte di quelle criticità della Capitale che, in passato, il Corpo della polizia locale si è trovato ad affrontare e con successo: dalla demolizione delle abitazioni dei Casamonica, a quelle degli abusi all’Idroscalo di Ostia, fino a vere e proprie operazioni di polizia giudiziaria eseguite in coordinamento con la Procura della Repubblica, in quartieri che vedono l’ingombrante presenza di famiglie conosciute nel mondo criminale», dice Marco Milani, segretario romano del Sindacato unitario Lavoratori Polizia Locale (Sulpl).
«Purtroppo - prosegue Milani - da circa due anni a questa parte, come spesso denunciato dal Sindacato, ad una mancanza di risorse soprattutto umane si è aggiunta una sorta di mancanza di volontà operativa nell’ambito sicurezza, che ha visto lo scioglimento o il demansionamento dei gruppi speciali ed i caschi bianchi impiegati in attività di vetrina nelle piazze del centro o di portierato davanti ai campi nomadi e persino comandati a fare accoglienza pubblico dentro ai Municipi. Se tutto questo sia frutto di scelte gestionali o di volontà politica, resta ancora difficile da comprendere, ciò che rimane certa è però la decrescita dell’operatività del Corpo».
Una operatività che, in passato, era palese.

Nel video ancora disponibile in rete, Di Maggio spiega ai microfoni l’operazione, mentre dietro i suoi uomini abbattono le tettoie “adibite alla sosta dei veicoli di proprietà di personaggi malavitosi”, sequestrano veicoli rubati, liberano alloggi occupati.


PREPOTENZE E DEGRADO


Ora le nuove tettoie sono addirittura decorate: un tubo in verde, uno in bianco e uno in rosso a simboleggiare una sorta di italianità. E un altro tubo decorato in giallo e rosso, magari una dichiarazione di appartenenza ad fede calcistica. Colorazioni a parte, spicca addirittura un cartello di divieto di sosta, non dissimile da quelli regolari del Comune ma, da quanto spiegano i residenti, in realtà è di quelli che si comprano nei negozi specializzati. Insomma, un tarocco. Di fatto una specie di usurpazione di simboli e titoli che torna a spadroneggiare per le strade di Tor Bella Monaca. Dove l’assenza dello Stato non è solo in questi aspetti ma si accompagna ai cumuli di rifiuti abbandonati sul ciglio della strada, degrado che si somma a degrado. «Quando andammo a rimuovere i murales - racconta Di Maggio - e poi nelle successive operazioni di ripristino della legalità a Tor Bella Monaca ci siamo mossi su ordine della Procura della Repubblica, del procuratore Prestipino». 

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