Far West a Roma, spari contro la finestra di una casa a Casal Bruciato: proiettile in camera da letto

I residenti di un condominio svegliati dal colpo nel cuore della notte. L’appartamento è abitato da una coppia: «Nessuno ci ha mai minacciato»

Far West a Roma, spari contro la finestra di una casa a Casal Bruciato: proiettile in camera da letto
di Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Agosto 2022, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 19:45

Lui e lei. Una coppia come tante, di italiani lavoratori, che trascorre il Ferragosto in città e rimanda le ferie ad ottobre. Persone incensurate che si perdono tra i rivoli della periferia romana e che, in una calda notte d’estate, non riescono a prendere sonno. Capita a molti e loro, con l’insonnia costretta dalla stagione, ci fanno i conti da settimane. Accendono il condizionatore e provano a coricarsi chiudendo le finestre e le serrande a schermare quell’onda di caldo che non dà tregua neanche a tarda ora e sembra intenzionata ad insinuarsi in ogni dove. Dopo qualche minuto entrambi, stremati, riescono ad addormentarsi ma ecco che l’uomo, compagno della proprietaria di casa, si alza di soprassalto: un boato irrompe alla periferia est e lo fa cadere dal letto. Via Mario Borsa, quartiere di Casal Bruciato. La serranda chiusa e la finestra sbarrata diventano due fogli di carta velina e si infrangono sotto il peso di un proiettile sparato da chissà chi. 

Anzio e Nettuno, pienone di Ferragosto sulle spiagge: forze dell'ordine bloccano tentativi di falò notturni


I carabinieri della compagnia piazza Dante, che indagano sull’episodio, tendono ad escludere che quell’ogiva recuperata dal soffitto della camera da letto dell’appartamento al sesto piano fosse destinata ad uno dei due.

Ma chi ha sparato nella notte a cavallo tra Ferragosto ed il 16? Sono le quattro del mattino e un intero isolato si sveglia perché qui vivono persone che sanno distinguere perfettamente il rumore di un colpo esploso da un’arma da fuoco rispetto a quello generato da un petardo. Non è la prima volta che si verifica un episodio simile. Già mesi fa, sempre in piena notte, un altro colpo partì da una pistola mai trovata e impugnata da un uomo non ancora rintracciato. Quel proiettile all’epoca si conficcò nel cruscotto di un’auto in sosta. Via Alberto Bergamini, meno di 500 metri di distanza. L’altra notte è accaduto ancora e come allora poteva uscirci il morto. In un attimo sul posto arrivano le pattuglie dei carabinieri, i proprietari di casa non dormiranno più. 


I RILIEVI
La sezione rilievi del Nucleo investigativo di via In Selci entra nell’appartamento e recupera l’ogiva iniziando le verifiche. Si parte dallo studio della traiettoria anche perché di testimoni, oltre alla coppia spaventata, non ce ne sono. A parte il rumore nessuno ha visto nulla né ha sentito, ad esempio, dopo lo sparo un’auto o un motorino mettersi in moto. L’ipotesi più probabile è che il colpo sia partito da uno dei palazzi limitrofi. Esattamente da uno dei palazzi che compongono quel quadrato tra via Tommaso Smith e via Sebastiano Satta. Case popolari, abitate da tante persone perbene ma anche da molti pregiudicati ai domiciliari. La distanza verosimile che è stata calcolata è tra i 450 e i 500 metri in linea d’aria e stando alla posizione dell’ogiva, che si è conficcata orizzontalmente nella parte alta della parete della camera da letto, quasi al “confine” con il soffitto, il colpo potrebbe essere stato esploso da una stessa altezza. Anche se permangono dei dubbi. Più remota, ma al momento impossibile da escludere a detta dei militari, l’ipotesi che il colpo sia partito dalla strada e che il proiettile sia stato “deviato” dal ramo di un albero. Ieri è partita un’informativa verso la Procura, non si ipotizza al momento il tentato omicidio, «nessuno ci ha mai minacciato», avrebbe detto la coppia anche se sono in corso ulteriori approfondimenti. Di certo sono state eseguite in quelle case popolari una serie di perquisizioni che hanno portato al sequestro di alcune armi. Si è passati al confronto balistico ma quel proiettile, esploso probabilmente da una semiautomatica, non rispondeva a nessuna delle armi sequestrate. Resta il mistero.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA