Nelle settimane in cui Roma rigurgita droga e armi - più di un arsenale è stato scoperto e innumerevoli sono i sequestri di pistole e fucili - ecco che le rivoltelle vengono pure prodotte in casa. Stampate in 3D per la precisione con una doverosa osservazione, affatto scontata: «funzionano come quelle "vere", due o tre colpi per volta con proiettili acquistabili sul mercato regolare e poi si buttano ma non lasciano traccia», confidano dall'Arma dei carabinieri. E non è un aspetto di poco conto vedendo quello che da qualche mese accade nella Capitale: omicidi, gambizzazioni, regolamenti, alcune legati fra loro altrimenti completamente sciolti che destano più allarme fra chi guida le indagini. Ma intanto ecco che a Tor Bella Monaca, rinomata e intramontabile fortino di droga (i carabinieri hanno censito almeno una dozzina di piazze di spaccio) spunta anche il covo dove le pistole si producono con stampanti 3D. E sono armi, come spiegato, che funzionano tanto per ferire quanto per ammazzare.
LA PERQUISIZIONE
In via Aspertini questa produzione era affidata a due fratelli di 43 e 48 anni entrambi romani e senza precedenti.
INDAGINI IN CORSO
Le indagini restano aperte perché di fatto oltre alle tre pistole e alla stampante in 3D non è stato possibile accertare al momento se altri esemplari sia andati in giro, magari venduti in un mercato nero che, esemplari veri sequestrati alla mano, dimostra come la ricettazione nella Capitale sia un gioco da ragazzi. Non a caso nell'arsenale sequestrato a Pietralata dopo l'omicidio di Andrea Fiore sono uscite pistole rubate a Perugia o Avezzano oltre che nella Capitale. Ancora: non è stato possibile ma non si può escludere che i due fratelli e il pregiudicato lavorassero per conto terzi. Nell'appartamento e nella cantina non sono stati trovati appunti, agende, telefoni o altri elementi, dettagli, indizi tali da permettere ai carabinieri di risalire una probabile - quanto certa - filiera.