Nicholas Brischetto morto a 300 all'ora sul Gra: rimosso il "mausoleo" abusivo a Prima Porta

Acquisite dalla polizia di Stato le due telecamere che registravano h24 chiunque si avvicinasse al gazebo

Nicholas Brischetto morto a 300 all'ora sul Gra: rimosso il "mausoleo" abusivo a Prima Porta
di Raffaella Troili
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Venerdì 19 Maggio 2023, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 09:43

Via per prime le due telecamere. Poi tutto il resto: il gazebo, la statua, l'altarino, la panchina, il tavolo, il prato sintetico, le luci al led. Rimosso ieri il "mausoleo" che i familiari di Nicholas Orsus Brischetto avevano realizzato abusivamente nel cimitero di Prima Porta. Sono rimasti solo i fiori e una scritta sbiadita sul muro davanti che dice "Nicholas vive". Tutti gli arredi sono stati inventariati e una volta dissequestrati torneranno alla famiglia. Acquisite invece dalla polizia di Stato le due telecamere che registravano h24 chiunque si avvicinasse al loculo che ospita la salma del 21enne morto in un incidente sul Gra lo scorso 19 luglio mentre viaggiava a 300 all'ora. L'operazione è scattata ieri alle 13.

 

Presente l'assessora all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi, operatori dell'Ama hanno rimosso ogni cosa con il supporto degli agenti della Polizia locale di Roma Capitale coordinati dal vice comandante generale della polizia locale Stefano Napoli e della polizia di Stato. «Parlo con i fatti e con le carte», ha detto l'assessore Alfonsi che ha chiesto alla Direzione generale dell'Ama di avviare un'indagine interna «per verificare se in questa vicenda possano essere ravvisati comportamenti omissivi o non corretti o legati a paura da parte di funzionari e dipendenti», visto che il manufatto abusivo era già stato segnalato in passato.

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«L'esistenza del manufatto non autorizzato e addirittura di telecamere era già stata segnalata da personale dell'Ama a novembre scorso, in seguito a un episodio di minacce da parte di alcuni familiari del defunto a un operaio Ama, accusato a loro dire di aver sottratto alcuni oggetti dalla tomba». La polizia intervenuta su richiesta di Ama aveva intimato ai familiari di rimuovere telecamere e suppellettili, ma gli occhi elettronici - gli unici a esser tolti - erano tornati poco dopo al loro posto. «Così abbiamo deciso di intervenire, innanzi tutto per affermare con forza il principio che tutti, nessuno escluso, sono tenuti a rispettare le norme che regolano la civile convivenza e che i comportamenti che divergono da questo principio non possono essere tollerati». L'Ama ha proceduto in base all'articolo 105 del Regolamento di Polizia Cimiteriale che stabilisce appunto la possibilità di demolire d'ufficio qualsiasi opera eseguita arbitrariamente nonché rimuovere oggetti collocati senza preventiva autorizzazione. «Tutti i cittadini sono uguali e tutti devono occupare lo stesso spazio concesso, il regolamento prevede anche il ritiro della concessione del loculo, non vogliamo arrivare a questo, ma servono rispetto e legalità».
Invece da novembre - dopo la prima e unica segnalazione - tutto era rimasto immutato e abusivo.

A quanto pare un operatore Ama che stava armeggiando nei pressi del loculo venne intercettato dalle telecamere, accerchiato e malmenato da quattro familiari di Brischetto. In aiuto dell'uomo arrivarono altri operatori e lui andò a rifugiarsi negli uffici della dirigente, dove rimase a lungo intimorito. Intervenne la polizia. Ma lui per paura non volle sporgere denuncia. Il comandante Stefano Napoli ha chiarito alcuni aspetti legati al sequestro e alle violazioni. «Le telecamere sono sotto sequestro e la polizia dovrà chiarire se si ravvisano profili penali in merito alla violazione della privacy», in tal caso scatta una denuncia all'autorità giudiziaria. «Per quanto riguarda gli arredi abusivi è prevista una sanzione amministrativa».

Nicholas Brischetto morto a 300 all'ora sul Gra, gazebo abusivo al cimitero di Prima Porta

LA CAPPELLA DI SONI

Non è finita. L'Ama ha proceduto a "smantellare" un altro mausoleo abusivo, lussuoso e arredato di tutto punto. Si tratta di quanto realizzato all'interno di un edificio nella cappella 6 che ospita molti altri loculi in ricordo di Soni Adzovic, 27enne morto per una malattia nell'agosto 2020 e figlio di Najo Adzovic, ex capo del Casilino 900 ed ex delegato del sindaco Alemanno per la comunità rom. Un dolore grande per tutta la famiglia che ha trasformato lo spazio comune in un'area di preghiera fatta di un altare, un pannello di foto all'entrata, statue, prato inglese sintetico, sedie, installazioni, luci soffuse. Qui le telecamere - finte - erano già state rimosse. Da ieri anche il resto.

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