Incendio a Colli Aniene a Roma: spunta l'ipotesi del dolo. Ed è caccia all'innesco

Sequestrati alcuni video ritenuti «utili» per la ricostruzione della dinamica

Incendio a Colli Aniene: spunta l'ipotesi del dolo. Ed è caccia all'innesco
di Valentina Errante e Camilla Mozzetti
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Domenica 4 Giugno 2023, 09:09

«L'incendio è partito dal basso e poi si è propagato verso l'alto». Proprio lì, in quel corridoio al piano terra dove era accatastato parte del materiale per il cappotto termico della facciata. Di questo ne è certo il Nucleo investigativo dei vigili del fuoco che ieri, una volta domato il rogo nel palazzo di via Edoardo d'Onofrio, a Colli Aniene, è entrato nello stabile per avviare le prime verifiche volte a chiarire l'origine di quell'incendio in cui sono rimaste ferite 16 persone e un anziano di 80 anni, Antonio D'Amato, è morto soffocato. Sono stati sequestrati anche alcuni video che parrebbe possano essere molto utili a definire la dinamica di quanto accaduto. Mentre la protezione civile con l'amministrazione di Roma Capitale dà conforto e supporto ai tanti sfollati - ben 78 conta il IV Municipio - i vigili del fuoco, una volta spento l'incendio, sono entrati nell'edificio per isolare il punto d'origine, avendo ricevuto la delega ufficiale da parte della Procura. A piazzale Clodio il pm Roberta Capponi con l'aggiunto Giovanni Conzo aprendo un fascicolo, ipotizzano i reati di disastro colposo, omicidio colposo e incendio colposo. Ma non si può al momento escludere l'origine dolosa. Ad essere impegnato sarà anche l'ispettorato del lavoro per accertare che tutte le procedure del cantiere, materiali compresi, fossero a norma. Stando a quanto riferito da alcuni residenti, il lucernario da cui voleva fuggire la vittima sarebbe stato bloccato da alcune impalcature. Ma è da verificare.

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LE ATTIVITÀ

Tecnicamente «le attività al momento condotte hanno visto l'impiego di uno scanner 3D per congelare qualsiasi dettaglio più quello che in gergo si chiama "naso elettronico", ovvero un macchinario che permette di prelevare volatili anche fino a un miliardesimo. Questo apparecchio serve per risalire eventualmente a sostanze acceleratrici come solventi o benzina che possano aver innescato le fiamme. Al momento non si può escludere l'origine dolosa», spiega Antonio Maggi, l'ingegnere responsabile del Niar, il Nucleo investigativo antincendi nazionale dei vigili del fuoco. Senza dati certi e tangibili si deve procedere per esclusione, anche perché non sono state trovate bombole, neanche di acetilene, non ci sono state perdite di gas eppure l'intera galleria al piano terra, dove c'era parte del materiale di cantiere, ha preso fuoco. Al di sotto c'è il quadro elettrico di cantiere che sarà analizzato nelle prossime ore per accertare o meno un eventuale cortocircuito. E poi ci sono appunto quei video, sequestrati che potrebbero tornare utilissimi.

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Le esplosioni in successione che i residenti hanno sentito venerdì prima che il fumo nero entrasse nelle case proveniva quasi certamente da alcune bombolette usate dagli operai per fissare i pannelli del cappotto termico sulle facciate.

Intanto la società che si occupa dei lavori precisa: «I materiali usati nel cantiere sono tutti certificati e ignifughi e quelli che erano ai piedi del palazzo non sono stati interessati dalle fiamme», spiega la responsabile Laura Pompei a nome della "Ombrikoi", l'azienda di Perugia che sta eseguendo le opere con il bonus 110 per cento e che ha preso la "commessa" «in subappalto - prosegue - da un'altra società con sede a Torino, la "Comat servizi energetici"». Sia l'azienda che il condominio hanno le coperture assicurative «anche in caso di incendio», conclude la Pompei.

I DANNI

Il giorno dopo il rogo si iniziano a contare anche i primi danni, diversi gli appartamenti di fatto inagibili alcuni completamente distrutti. Le due scale interessate per sette piani e 28 unità immobiliari totali sono state pesantemente danneggiate a tal punto che alcune aree sono state completamente interdette in ragione anche del cedimenti di alcuni soffitti. Come è di fatto visibile al piano terra in quell'area, dove presumibilmente è partito l'incendio.

 


Per quanto riguarda i feriti, mentre si attende l'autopsia sull'unica vittima, le condizioni generali restano stabili. All'ospedale San Giovanni due feriti sono stati dimessi, mentre il terzo resterà ancora un giorno in osservazione breve. Dimissioni anche dal policlinico Umberto I per un ferito, tre ricoverati non hanno sintomi particolari anche se per altri tre sarà necessaria una tac toracica e per due un ulteriore ciclo di camera iperbarica. Dal Sant'Eugenio, infine, l'unico minore ferito è stato dimesso, per due donne, invece con ustione del 12 e del 30 per cento, domani si valuteranno le condizioni per un intervento mentre resta in rianimazione un'altra donna che non ha riportato bruciature ma una forte intossicazione da monossido. La prognosi, pertanto, resta riservata. Infine la qualità dell'aria: c'era infatti il rischio che l'incendio potesse sprigionare diossina ma i livelli analizzati ieri pur in lieve rialzo, a causa dell'incendio, sono rimasti comunque sotto il livello di guardia.
 

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