Roma, si incendiano 30 bus nel deposito di via Prenestina: manovra di rifornimento errata o sabotaggio?

Una immagine del maxi-rogo a Tor Sapienza
di Alessia Marani
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Martedì 5 Ottobre 2021, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 15:58

Un atto doloso, addirittura un sabotaggio, oppure un guasto tecnico dovuto al superlavoro a cui sono costretti i bus di linea, un corto circuito sotto la pioggia o una manovra "incauta" durante la lavorazione del mezzo? I carabinieri del Nucelo Investigativo di via in Selci, insieme con i colleghi di Tor Sapienza e della compagnia Montesacro stanno visionando già in queste ore del mattino le immagini registrate dall'impianto di videosorveglianza interno alla rimessa Atac di via Prenestina dove alle 4 della notte tra lunedì e martedì è divampato il maxi rogo che ha distrutto 29 bus a metano e danneggiato altre 18 vetture.  Al momento, non si esclude nessuna ipotesi. Troppo presto, secondo gli investigatori dell'Arma e gli esperti del comando provinciale dei Vigili del fuoco che stanno collaborando ai rilievi tecnici, per dare concretezza a una pista ben precisa.

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Deposito Atac, incendio nella notte a Roma: distrutti più di 30 bus. Indagini, non si esclude la pista dolosa

L'inchiesta

La stessa azienda municipalizzata dei trasporti ha avviato una inchiesta interna per capire come si siano originate le fiamme, alimentate e sospinte da una vettura all'altra dal forte vento che l'altra notte ha spazzato Roma dopo il temporale e facilitate dal posizionamento a "ferro di cavallo" sull'area di parcheggio.

Gli investigatori stanno raccogliendo anche le testimonianze dei dipendenti in servizio nella rimessa, nel frattempo posta sotto sequestro. A quell'ora si stavano preparando i mezzi per le uscite: il deposito di Tor Sapienza lavora h24. La vettura da cui si sarebbe propagato il rogo fa parte delle sigle immatricolate circa 15 anni fa, con moltissimi chilometri all'attivo. Ed era stata appena "lavorata" dai manovratori, cioè da coloro che sono addetti prima al rifornimento, poi all'accensione delle vetture in modo da farle trovare pronte per gli autisti. Era stata, dunque, ritenuta "idonea" al servizio. Da capire se nel momento in cui si sono sprigionate le fiamme fosse stata già accesa oppure no. Gli investigatori cercano, altresì, analogie con episodi simili avvenuti quest'estate nel deposito di Grottarossa e precedentemente ancora nella rimessa di Tor Pagnotta. Sotto accusa, in quel caso, finirono le manovre di rifornimento di un bus, sempre a metano, sul piazzale da cui si sarebbe originata la prima scintilla. Ma a Tor Sapienza il distributore per il rifornimento sarebbe più lontano dal piazzale dove i bus sono stati coinvolti dal rogo e in caso di malfunzionamenti, chi conosce le vetture, sostiene che sarebbe scattata la valvola di sicurezza. Le immagini delle videocamere serviranno a capire, inoltre, se qualcuno possa essersi introdotto dall'esterno per appiccare il fuoco (nonostante il temporale), la cui origine dolosa non è esclusa. Eppure nel deposito c'erano diversi operai in quel momento, alcuni autisti che stavano per prendere servizio hanno anche messo in salvo delle vetture e avrebbero dovuto accorgersi di eventuali presenze esterne.  

 

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