«Sì, è stato rispettato il dolore della nostra famiglia e del drammatico momento vissuto. Alcuni spunti sono vicini agli elementi processuali, altri sono nella logica del romanzo, ma è comprensibile»
Quali sono gli elementi che ritiene più vicini agli atti processuali?
«Quando leggono le lettere di Simonetta e quando mia sorella a pranzo riceve la telefonata di Busco»
Cosa ha provato quando ha saputo che avrebbero fatto una fiction sull’omicidio di Simonetta?
Cosa le hanno detto gli autori della fiction?
«Ci hanno rassicurati, dicendoci che sarebbero rimasti il più possibile vicino agli atti del processo senza distorcere nulla di quello che è emerso nei lunghi vent’anni di indagini. Ci hanno sopratutto rassicurati sul fatto che il mio personaggio e quello legato all’immagine di Simonetta e della mia famiglia corrispondessero a come siamo realmente».
E come è la famiglia Cesaroni?
Crede sia stato opportuno scegliere la storia di sua sorella per una fiction?
Ha avuto la possibilità di vedere il film prima che lo mandassero in onda?
«Il copione non l’avevo letto e quindi non conoscevo la sceneggiatura del film. Ho sempre sperato che fosse un film rispettoso della mia famiglia e degli atti del processo».
L’avvocato Lucio Molinaro, difensore di sua madre, ha lasciato l’incarico e ha espresso dubbi sul lavoro della polizia scientifica, mentre lei continua a essere difesa dall'avvocato Federica Mondani.
«Siamo rimasti sbalorditi nel sentire tali dichiarazioni peraltro reiterate addirittura attraverso telegiornali nazionali. L'avvocato è sempre stato vicino nel percorso fatto insieme alla Procura e mai ha espresso dubbi o contrastato il lavoro della Procura; non a caso è lui stesso nelle conclusioni del primo grado a chiedere la condanna dell’imputato».
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