Roma, nonna Maria rientra a casa
Il giallo delle residenze all'Anagrafe

Roma, nonna Maria rientra a casa Il giallo delle residenze all'Anagrafe
di Laura Bogliolo
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Venerdì 8 Febbraio 2013, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 04:07

ROMA - Sono in casa mia finalmente. Nonna coraggio con passi quasi timidi varca la porta del suo appartamento, stringe a s il cuore con una mano mentre cerca con lo sguardo timoroso tutte le sue cose. «Dove hanno messo le foto della mia famiglia?» sussurra alla figlia Alessia che le stringe una mano e l’accompagna dentro quella casa popolare di via Giovanni Palombini che venti giorni fa, dopo 35 anni, le era stata strappata con la forza: occupata da una famiglia che non ne aveva diritto.

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- Intervista a Maria

- Il rientro

Dopo la denuncia del Messaggero Maria Lorenzi, 66 anni, ieri pomeriggio è entrata di nuovo in possesso della sua vita: ha dormito per oltre venti giorni sul pianerottolo davanti alla porta di casa in attesa che qualcosa cambiasse. Una sdraio, una coperta e una borsa di acqua calda prestata dai vicini. Era uscita di casa una domenica mattina per andare a trovare la mamma novantenne malata che abita a Ciampino: il martedì mattina l’occupazione. Ieri, dopo lunghe ore di trattative con il vicesindaco Sveva Belviso, l’assessore alle Politiche abitative Lucia Funari e la Polizia Locale di Roma Capitale del V Gruppo, gli occupanti, una donna, il compagno e due bambini, hanno deciso volontariamente di lasciare l’appartamento.

FOTO

- Venti giorni sul pianerottolo

- Il rientro

IL VICESINDACO

«Non è stato necessario l’uso della forza - dice Belviso - la signora ha accettato la nostra assistenza ed è stata accolta in una casa famiglia». Un pianto liberatorio ha accompagnato il rientro di Maria, ribattezzata dal quartiere nonna coraggio. «Ho trovato tutte le mie cose dentro degli scatoloni, erano pronti a gettare i miei ricordi» ha raccontato.

Ma la battaglia di Maria non è ancora finita: «Voglio giustizia, come è possibile che qualcuno occupi la tua casa e le forze dell’ordine non intervengano?». Nella storia di Maria però c’è anche un altro mistero. «All’anagrafe del V Municipio - aggiunge - risulta che in quell’appartamento sono residente io dal 1985, e dal 14 gennaio la donna che ha occupato la mia casa». Come è possibile?

IL GIALLO DELLE RESIDENZE ALL'ANAGRAFE

«È una irregolarità - dice Belviso - o una leggerezza o qualcosa di ben più grave: ho chiesto al presidente del V Municipio un’indagine». «Indagheremo - dice l’avvocato della donna, Roberta Ceschini - per avere la residenza in un appartamento già assegnato, l’assegnatario deve andare di persona all’anagrafe, dichiarare che vuole abbandonare la casa e firmare, cosa che non è mai avvenuta».

La giungla delle occupazioni abusive viene denunciata anche da Giuseppe Lobefaro, membro della direzione regionale del Partito Democratico di Roma: «La vicenda ha dell'incredibile ma non è un caso isolato, anzi è diventato un fenomeno diffuso e nel silenzio generale ha trasformato la nostra città in una giungla». Belviso assicura: «Nonostante lo sforzo fatto quotidianamente dall’amministrazione capitolina, c’è un sistema di occupazione molto diffuso e continueremo a non abbassare mai la guardia». Anna Maria Addante, presidente dell'Associazione inquilini e proprietari Ater, è ancora più chiara: «Mi sembra quindi un caso assurdo, considerando tra l’altro che a volte si nega l’ingresso in casa addirittura ai figli degli assegnatari».

IL CONTRATTO

Quel che è certo è che Maria aveva ed ha diritto di stare in quella casa: «Ha un regolare contratto - spiega Lucia Funari, assessore alle politiche del Patrimonio e della casa - non sapevamo del caso perché la signora non aveva ancora presentato denuncia alla Dipartimento per le politiche abitative». Per nonna coraggio è tempo di riposo, di riabbracciare le sue due figlie e Anne Marie Hufty, amica di famiglia, straniera, che non si è mai arresa davanti a una storia così assurda, alla quale forse noi italiani, siamo troppo abituati.

Proprio ieri mentre Maria tornava a casa i carabinieri hanno sventato un altro tentativo di occupazione abusiva sempre in via Giuseppe Palombini. Tempo fa nello stesso quartiere la casa di una suora laica deceduta venne occupato: il corpo della donna era ancora nella sua camera da letto.

laura.bogliolo@ilmessaggero.it

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