Vespa, Pannofino raccontano la mattinata del sequestro Moro in un podcast originale di Arma e Rai

Le voci degli intervistati ricostruiscono quattro testimonianze differenti di come hanno vissuto i momenti indelebili di quella mattina

Vespa, Pannofino raccontano la mattinata del sequestro Moro in un podcast originale di Arma e Rai
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 16:30

In occasione del 45° anniversario della strage di via Mario Fani del 16 marzo 1978, la puntata speciale di Cara Repubblica, la serie di podcast realizzata dall’Arma dei Carabinieri, in collaborazione con Rai Radio, ricostruisce, con la voce di Carlo Lucarelli, quella terribile mattina in cui il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro viene rapito dalle Brigate Rosse e i 5 uomini della sua scorta, 3 poliziotti e due carabinieri, trucidati.

Come per tanti altri eventi epocali quel giorno definisce una linea di demarcazione tra un prima e un dopo che cambia radicalmente tutto. Chi c’era ricorda perfettamente cosa stava facendo quando apprese la notizia.

Francesco Pannofino all’epoca è uno studente universitario e si trovava fisicamente in via Fani in attesa dell’autobus per recarsi in facoltà, Bruno Vespa si precipita negli studi della Rai in Via Teulada, lasciando la sua Fiat 500 in mezzo alla strada, per trasmettere in diretta gli sviluppi.

Sandro Leonardi, figlio del caposcorta Oreste, sta svolgendo il servizio di leva nell’Arma, Giovanni Ricci, figlio di Domenico ha solo 12 anni e frequenta le medie ma quel giovedì è a casa in quanto le lezioni, secondo i turni in uso in quegli anni, si terranno di pomeriggio.
Le loro voci ricostruiscono quattro testimonianze differenti di come hanno vissuto i momenti indelebili di quella mattina in cui, Leonardi e Ricci, persero i loro padri.

«Ringrazio l’Arma dei Carabinieri, Bruno Vespa, Francesco Pannofino, Sandro Leonardi e Giovanni Ricci - le parole del direttore di Rai Radio Roberto Sergio -per la preziosa testimonianza e Carlo Lucarelli per aver prestato la sua voce a un podcast che vuole rendere omaggio a poliziotti e carabinieri che caddero 45 anni fa in via Fani e, idealmente, a tutti gli altri servitori dello Stato, che pagarono con la vita la difesa delle istituzioni duramente colpite per anni dalla minaccia terroristica.

Se lo Stato ha sconfitto il terrorismo, preservando democrazia e libertà è soprattutto merito loro».

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