Collezione Roma 2020, la fotografia prende casa al Mattatoio

Collezione Roma 2020, la fotografia prende casa al Mattatoio
di Nicolas Lozito
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Martedì 23 Febbraio 2021, 11:01

Bentornata Collezione Roma. Dopo l'esperienza del Festival di fotografia di Roma, durato dal 2002 al 2017, ritorna la celebre raccolta annuale di scatti nati da residenze artistiche nella Capitale di fotografi e artisti visuali italiani e internazionali. E trova a casa al Mattatoio, padiglione 9A, dove da oggi fino al 16 maggio sarà visitabile la mostra Fotografia. Nuove produzioni 2020 per la collezione Roma (lunedì-venerdì, prenotazione online, biglietto intero 8 euro).

Raccogliendo l'eredità di Marco Delogu, fotografo e curatore che aveva organizzato le precedenti edizioni, la collezione 2020 è stata coordinata da Francesco Zizola, romano classe 1962, vincitore di numerosi premi fotografici internazionali. Zizola ha chiamato nella Capitale cinque importanti nomi, che si aggiungono ai 15 che avevano già contribuito in passato. Dopo l'esposizione, anche le nuove foto saranno conservate dal Archivio Fotografico del Museo di Roma voluto dall'Assessorato alla Crescita culturale.
La cinquina è composta dall'israeliano Nadav Kander, lo slovacco Martin Kollar, gli italiani Alex Majoli e Tommaso Protti, la francese Sarah Moon. «Cinque autori capaci di andare oltre la superficie, trovando la profondità di questa città», spiega Zizola.

Il risultato finale non è però un caleidoscopio, nemmeno un mosaico di sguardi. È invece un percorso dove tutti gli scatti trovano risonanza e giustapposizione reciproca. Le fotografie sono state scattate nel 2019, in era pre-covid, ma nessuna è fuori tempo massimo. Anzi, alcune sembrano più attuali che mai.

La mostra ha un carattere inedito, filosofico, minimale. L'occhio lo nota subito: l'enorme spazio del Mattatoio è spoglio, i muri bianchi, le foto quasi tutte in bianco e nero. Cosa vogliono mostrare queste 130 fotografie? Gli abissi della città. Le sue cicatrici. È la sua costante ambivalenza, da una parte così viva nel presente e dall'altro le spoglie del passato.

Tommaso Protti – Bordi

Tommaso Protti mette al centro del suo obiettivo le periferie: carrelli abbandonati, personaggi nella notte, tatuaggi che assorbono il flash della camera. Gli grandi scatti di Alex Majoli hanno una tinta precisa: il bianco non è mai presente.

C'è un nero cupissimo, e tutto il resto è in sfumature di grigio. Mostrano quelle che sembrano messe in scena, ma in realtà sono miniature dell'assurda realtà romana: come un prete che nella notte si ferma fuori da Santa Maria Maggiore e prega davanti a una telecamera: è in streaming davanti ai suoi follower digitali.

Alex Majoli – Fiore di sabbia

Nadav Kander – Enduring Generations – Enduring Generations VII, (498 BC - 07 December 2019), Forum Romanum, Rome

Martin Kollar forse si è ispirato al diario Sentieri nel ghiaccio di Werner Herzog per il suo lavoro: ha percorso per 42 giorni le strade imperiali romane che da Bratislava conducono alla Capitale, fotografando istantanee che ha poi trasformato in un diario visuale. Nadav Kander, invece, è andato alla ricerca dei segni invisibili della storia della città, alla ricerca di un'eredità che resiste.

Martin Kollar – Long Stroll: All Roads lead to Rome

Il lavoro di Sarah Moon è nascosto dietro un muro al fondo della sala: ma forse è il vero tesoro. Polaroid oniriche, sbavate, con didascalie poetiche: Bacio di Roma, Fiori di pietra. La fotografa, presentando il suo lavoro, ricorda che la parola pellicola, tutta italiana (in inglese, francese e tedesco è film) «deriva da piccola pelle». Ecco: questa mostra è una delle tante piccole pelli di Roma, immortalata un giorno qualunque e ora da conservare per sempre.

Sarah Moon – Diario Romano – Pineta di Cinecittà

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