Zaha Hadid, il Maxxi riscoperto dai bimbi

di Mario Ajello
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Domenica 3 Aprile 2016, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 00:20
«Stavo ammirando 
gli edifici ideati 
da ZahaHadid e sono davvero
bellissimi
»
@lorenz987


Tutti bellissimi non sono gli edifici della grande architetta appena scomparsa. Il Maxxi è così e così, dal punto di vista puramente estetico e di funzionalità nell’esposizione delle opere d’arte in mezzo alle curve. Ma è diventato bellissimo, vivo e caldo, questo palazzo grazie a chi lo abita da fuori. Cioè a tutti quei bimbi che vanno a giocare nei suoi spazi esterni, e rendono meraviglioso il luogo che di suo non lo sarebbe. Si sono presi il Maxxi i bambini del quartiere e lo hanno reso una piazza rionale del Flaminio. Lo hanno rimodellato gentilmente, alleggerendone il cemento, trasformandolo in parco giochi, smonumentalizzandolo (si dice così?), e questo capolavoro lo hanno costruito insieme alle loro tate, ai nonni, ai genitori, ai compagni di scuola, alle bici e ai monopattini, ai fratellini ancora in carrozzina, ai palloni che volano. Le linee muscolari dell’edificio sono state addolcite così. Con le voci e le corse dei piccoli frequentatori. Poteva essere una cattedrale nel deserto o un non-luogo freddamente global questo posto disegnato da una regina orientale (Zaha Hadid era figlia di una principessa sunnita e di un ministro iracheno) e invece s’è rivelato a suo modo un oratorio e un’astronave presa affettuosamente d’assalto da una miriade di pirati piccini e contenti. Dall’aldilà, la regina Zaha potrà continuare a godersi questo spettacolo e a ringraziare Roma. 

mario.ajello@ilmessaggero.it
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