Lezione cinese, in viaggio meglio sapere cosa non fare

Lezione cinese, in viaggio meglio sapere cosa non fare
di Mauro Evangelisti
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Sabato 24 Novembre 2018, 00:10
La storia di Dolce & Gabbana, costretti a scusarsi con 1,4 miliardi di cinesi per tre spot ritenuti razzisti (anche se visti con i nostri occhi sembrano solo banali e inopportuni), deve servire da lezione anche a noi semplici turisti che ogni tanto prendiamo un aereo da Fiumicino o Ciampino. Quando visiti un paese straniero, non devi dare nulla per scontato. Se ti confronti con una cultura differente non funziona il principio «non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te». Se viaggi in Thailandia, ad esempio, e vai al cinema, prima del film ti devi alzare quando viene trasmesso un video con l’inno della monarchia, mancare di rispetto al Re ti apre le porte della disapprovazione e della prigione, inutile dire «ma in Italia non funziona così». Se vai in Giappone, paese tra i più ospitali, è molto, molto offensivo a tavola usare le bacchette in modo inappropriato magari per indicare o lanciare scherzosamente dei pezzi di cibo; nei paesi asiatici, in generale, perdere la calma e urlare è inaccettabile. La lista sarebbe lunghissima, però l’atteggiamento più sbagliato di tutti è andare in un paese straniero e scandalizzasi perché hanno sensibilità differenti dalle nostre. In quel caso, meglio restare dentro il raccordo.
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