Dall'Ucraina arrivano tre bambini, ma sono loro ad aiutare la scuola

Dall'Ucraina arrivano tre bambini, ma sono loro ad aiutare la scuola
di Pietro Piovani
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Lunedì 28 Marzo 2022, 00:33 - Ultimo aggiornamento: 00:39

Le maestre della Franceschi (la scuola di via di Donna Olimpia) sono abituate ad accogliere alunni stranieri, hanno tanta esperienza e sanno bene come si fa. Ma questa volta l’arrivo nel loro istituto, a metà dell’anno scolastico, di tre bambini ucraini fuggiti da Leopoli le aveva preoccupate: «Come faremo a comunicare? Qui nessuno parla l’ucraino né il russo. Saranno abituati al cirillico, come gli insegneremo a leggere con il nostro alfabeto?». Poi i bambini sono arrivati, e hanno spazzato via ogni timore in pochi istanti. Sono sveglissimi, capiscono al volo, con le lettere latine se la cavano bene, persino meglio dei loro nuovi compagni di classe romani.

Sono sempre pronti e disciplinati, stanno sei ore in classe con la mascherina senza mai lamentarsi. Certo le difficoltà non mancano, ma ora le maestre si pongono altre domande, di ben altro tenore: «Cosa fanno le maestre e le famiglie ucraine di diverso da noi? Come riescono a educarli così bene? Non saremo noi a sbagliare qualcosa?». Si rimettono in discussione le maestre della Franceschi, e intanto si godono lo spettacolo di Arianna, sei anni, in Italia da appena due settimane, che assiste la sua vicina di banco, nata in Italia ma in difficoltà con la scrittura in italiano. «Questi bambini sono arrivati a Roma per ricevere aiuto, ma alla fine sono loro che aiutano noi».


pietro.piovani@ilmessaggero.it

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