Quando il turista cerca un taxi e si ritrova su una vecchia Punto

Quando il turista cerca un taxi e si ritrova su una vecchia Punto
di Mauro Evangelisti
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Sabato 21 Luglio 2018, 00:05
Ma è giusto che il turista che sbarca a Roma e sale su un taxi paghi la stessa tariffa sia se becca una vecchissima Punto in cui non si accetta la carta di credito, sia se invece trova un tassista che ha saputo rinnovarsi, ha un’auto nuova e spaziosa e offre un servizio di qualità? Prima o poi questa domanda antipatica andrà fatta. Il turista (ma anche il romano) che va al posteggio a cercare un taxi deve prendere chi è il primo della fila. E questo limitandosi al recinto dei regolari (e comprendendo le ragioni del tassista che non ha potuto cambiare l’auto), perché da Termini a Ciampino c’è un fiume mai prosciugato di abusivi o di regolari ma disonesti e prepotenti. La tecnologia aiuta: molti turisti si sono abituati a usare l’app di MyTaxi, che ti dice nome e cognome del tassista che sta arrivando, ti mostra dove si trova e che percorso sta seguendo, la foto e il modello di auto, alla fine puoi dare anche un voto (pensare che vi fu un’epoca in cui tassisti misero a ferro e fuoco Roma perché il Comune voleva che installassero il Gps); ci sono le centrali radio (che non amano MyTaxi) che hanno lanciato le loro app, come It Taxi che a Roma fa capo al 3570 (ma anche AppTaxi con Samarcanda), che garantiscono pagamento con carta di credito e auto di qualità.
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