Dove vanno a dormire gli storni? Dove vogliono

Dove vanno a dormire gli storni? Dove vogliono
di Pietro Piovani
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Giovedì 9 Giugno 2016, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 05:52
Hanno sfrattato gli storni da ROMA! Adesso stanno tutti ai Castelli romani
@fiesta10000


Chissà che fine hanno fatto gli storni. All’inizio dell’anno non si parlava d’altro, gli storni di Trastevere e il loro guano erano protagonisti delle cronache romane e finivano anche sui giornali stranieri, la cacca degli uccelli era entrata persino nel dibattito politico, un simbolo (uno dei tanti) della decadenza capitolina. Adesso invece gli storni non ci sono più e i marciapiedi del lungotevere sono tornati puliti, meno male. Ma perché non ci sono più? Per il banale motivo che hanno deciso di andarsene, come sempre hanno fatto, in cerca di luoghi più freschi dove trascorrere l’estate.

Non è chiaro dove si trasferiscano nella stagione calda, se nelle vicine campagne del Centro Italia o nei Paesi dell’Europa settentrionale o addirittura in Polonia. La cosa sicura però è che a settembre torneranno tra noi, a dormire sui nostri alberi, come accade da mezzo secolo, forse anche da prima: ci sono testimonianze della loro presenza a Roma sin dal 1937. Perché è chiaro che gli storni fanno come gli pare. Decidono loro dove abitare e l’uomo può farci poco. In tutto il mondo gli umani hanno cercato di liberarsene con ogni mezzo, negli Stati Uniti hanno provato persino ad avvelenarli spruzzando gas tossici dagli elicotteri: dal cielo hanno cominciato a piovere milioni di uccelli morti, ma nel giro di poco tempo la popolazione si è ricostituita più numerosa di prima.

È difficile accettarlo, ma certe specie animali sono più forti di noi, come i batteri che resistono agli antibiotici. Se gli storni vogliono vivere a Roma, lo fanno. Il prossimo autunno si ripresenteranno qui, e gli addetti incaricati dal Comune ricominceranno a diffondere con gli altoparlanti l’urlo dissuasore, il richiamo di pericolo: li spaventeremo un po’, ma al massimo potremo convincerli a cambiare quartiere.

pietro.piovani@ilmessaggero.it  
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