Dagli sputi alle bestemmie quelle sfide che non t’aspetti

di Raffaella Troili
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Mercoledì 9 Gennaio 2019, 00:37
Non ci si crede, ci mancava solo che si discettasse di sputi nelle chat dei genitori. Lo sputo, un grande classico dell’adolescenza. Coinvolge i maschi, sportivi e non, non è per forza un gesto offensivo, qualcuno minimizza “goliardico”. Gli sputati naturalmente non sono d’accordo. Uno sputo non si nega a nessuno nei cortili di scuola, nelle gite, negli spogliatoi. Tutto resta nell’ombra finché non si esagera, qualche genitore va a protestare e improvvisamente tutti cadono dalle nuvole: «Possibile, vanno tanto d’accordo... dove l’avranno imparato, chissà?». Dalla strada certo ma anche dalla tv, dove non c’è giocatore di calcio che non sputacchi a terra e, a buon bisogno, addosso all’avversario. Certo, non è la stessa cosa che prendere di mira qualcuno e dar vita a una stupida infantile guerra di sputi, dove chi non si abbassa al gioco subisce, in un odioso vischioso quanto finto cameratismo. Oltre all’adolescenza e a una certa ignoranza, dietro c’è l’esigenza di mostrarsi (sentirsi?) fichi, forti, a discapito del malcapitato di turno. Capitolo a parte le bestemmie. Come gli sputi, rientrano nello stesso atteggiamento, chi le pronuncia pensa di far colpo. È vero non passa inosservato, peccato. Con quel musetto così bello, farebbe colpo lo stesso.
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