«Ho spiato le chat di mio figlio. Non si fa, ma non ho resistito»

di Raffaella Troili
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Mercoledì 24 Giugno 2020, 00:00
Isa è una tosta, una ribelle. È anche una mamma alternativa, di quelle controcorrente, che non stanno lì a seguire l’ennesima partitella del figlio ma intanto, piuttosto, se la squaglia e se ne va in bici, in sauna o a leggere un libro. È ruvida, e lucida, la vita non le ha risparmiato schiaffi. Conosce la solitudine, ha battagliato, è una donna libera, si vede che lo è sempre stata. Niente catene, obblighi, controlli, suo malgrado e poi per scelta. Ne ha combinate di tutti i colori. Difatti dietro la parvenza che ostenta in pubblico si intravede che è birichina, uno spirito libero, forte delle sue convinzioni, quantomeno ci prova.

Così fa sorridere il giorno in cui imbarazzata, dopo lunghi e insopportabili giri di parole, viene al dunque, sembra che abbia tradito un amico, il partito, un patto di sangue, oppure se stessa e fa tanta tenerezza. Alla fine vuota il sacco, come una bimba che ha rubato il rossetto, che ha sconfessato il suo io più profondo, è scesa a compromessi, con questo lavoro sporco: «Ho installato la app per spiare sul pc, i whatsapp di mio figlio... lo so non si fa, non ho resistito - ripete combattuta contorcendosi intorno al filo del telefono - dice che martedì fanno a botte, chiede a tuo figlio se ha amiche da presentargli». Sul finale, il tono dell’antica leonessa: «Che facciamo?».
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