Solo una domanda: ma i compiti per le vacanze?

di Raffaella Troili
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Domenica 27 Agosto 2017, 00:05
Che poi alla fine i compiti erano per le vacanze mica per noi
@amalwijdane

Ebbene sì, l’argomento è scomodo, potrebbe intristire, non andrebbe affrontato di domenica, men che mai l’ultimo weekend di agosto. Ma qualcuno deve pur farlo. Mancano 19 giorni al massimo all’inizio delle scuole è ora di prendere di petto i compiti per le vacanze, più o meno obbligatori a seconda delle classi e dell’età. Ci sono libri che hanno viaggiato e visto mari vicini e lontani senza esser mai stati aperti, sussidiari compilati in fretta nell’ora della siesta, aiutati di nascosto dal cugino grande, «oggi ho fatto venti pagine, sto alla grande, domani niente». Altri testi che proprio non si trovano più, spariti nel nulla, come la concentrazione di chi non si è messo sotto dall’inizio, di chi dice «mamma e papà sono contrari ai compiti per le vacanze», «tanto non li controllano mai» e così via.
Eppure ogni anno, per fortuna, i compiti assegnati d’estate diminuiscono. Anche tra i professori si fa largo l’idea di non caricare inutilmente gli studenti, ancor più dopo aver regalato loro spesso promozioni senza debiti. «Leggete, però», ripetono. E qui va spezzata una lancia per i ragazzi: a volte i testi assegnati sono di una noia mortale, non sono i grandi classici, che a volte resteranno sconosciuti, non sono avvincenti, ma nemmeno hanno un linguaggio “scafato” e attuale come invece piace ai giovani. 
Quanti “problemi” signora mia, all’orizzonte: mentre ci sono mamme già a caccia dei libri di testo del prossimo anno scolastico, ci sono ragazzi che si stanno convincendo che è ora di aprire quelli delle vacanze.

raffaella.troili@ilmessaggero.it

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