Scuole occupate, quando decide la minoranza

di Marco Pasqua
2 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Dicembre 2017, 00:07
Le scuole non vanno occupate, non sono di proprietà di una parte degli studenti!
@summo_t

L’ultima, in ordine cronologico, è quella del liceo Morgagni, a Monteverde. Segue quella di Socrate, Ruiz, Newton, Manara e, infine, quella del Virgilio che, con i suoi “stupefacenti” festini alcolici a pagamento, si è conquistata i titoli di tutti i principali tg nazionali. Occupazioni, queste, che si sono tradotte nell’interruzione dell’attività didattica, sostituita con dibattiti (che nulla hanno a che vedere con le lezioni vere tenute da docenti qualificati) o, più spesso, con partite di ping pong, dj set improvvisati e fumate collettive di spinelli. Azioni accomunate dalla totale assenza di coinvolgimento della maggioranza degli studenti, spesso all’oscuro del perché si sia deciso, talvolta da un giorno all’altro, di trasformare la scuola in un playground da sfruttare per scopi tutt’altro che istruttivi.

Il che spiega anche perché quasi sempre ad occupare sia una minoranza di studenti, che si è auto-attribuita la facoltà di incidere sul calendario scolastico, sostituendo arbitrariamente i giorni di studio con quelli di vacanze. Le eccezioni, si sa, esistono sempre: al Morgagni alcuni studenti hanno ripulito le aule, in un moto altruistico che non si registra spesso in blitz contraddistinti anche da atti vandalici. Quello che manca, rispetto alle proteste portate avanti dai movimenti studenteschi di altri tempi, è quel fine nobile che, molti decenni fa, era il miglioramento delle condizioni degli alunni, sostituito oggi da una banalissima fame di ferie extracurriculari.

marco.pasqua@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA