Storia di un uomo in miseria e di un presepe abbandonato

Storia di un uomo in miseria e di un presepe abbandonato
di Pietro PIovani
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Lunedì 10 Agosto 2020, 00:04
I marciapiedi di Roma - lo sappiamo - sono pieni di cose che non dovrebbero essere lì, materassi, vestiti, vecchie fotografie nella loro cornice, gli elettrodomestici di un’altra epoca o i quaderni con gli appunti di uno studente, ognuno di questi oggetti contiene una storia. La storia che stiamo per raccontare è molto triste, ma con un finale almeno in parte lieto. Riguarda un presepe abbandonato in via Ramazzini, a pochi passi dall’ospedale San Camillo. Ci sono le grotte dei pastori, qualche ciuffo di muschio, una striscia dipinta di azzurro a rappresentare un ruscello, e c’è anche un biglietto scritto a penna, attaccato con lo scotch: “Questo presepe mi ha accompagnato a lungo nella mia vita, ma ora non ha più spazio in questa casa. È di cartapesta e lo fece mio padre a mano... Spero davvero che tu possa portarlo con te e dargli una nuova casa; mi piange il cuore al pensiero di rivederlo sciolto dalla pioggia la prossima volta che passerò per questa strada”.

Il messaggio si chiude con un ringraziamento che stringe il cuore: “Grazie se stai salvando questo vecchio presepe dall’oblio e dalla miseria in cui io stesso sono caduto. Addio”. Il lieto fine sta nel fatto che, nel giro di poche ore, qualche passante si è portato via il povero presepe, che ora probabilmente ha trovato una nuova famiglia. Al suo precedente proprietario possiamo solo augurare buona fortuna.
pietro.piovani@ilmessaggero.it
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