L'uomo che pulisce il cassonetto sommerso dai rifiuti

L'uomo che pulisce il cassonetto sommerso dai rifiuti
di Pietro Piovani
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Lunedì 28 Gennaio 2019, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 00:32

È un gesto commovente quello che abbiamo colto nei giorni passati, nella città che sprofondava tra le cataste di spazzatura. Un uomo distinto - indossava un bel maglione bianco - con l'aiuto di una specie di lametta, e con una cura da artigiano coscienzioso, si dedicava alla rimozione dei piccoli adesivi pubblicitari incollati chissà da quanto tempo sulla superficie lurida di un cassonetto. Come se quelle targhette fossero state il vero  grande male di Roma.

Erano invece un male minuscolo, ma anche l'unico che l'uomo potesse eliminare con le proprie forze, e questo probabilmente era il senso della sua azione: il “faccio quello che posso” come ribellione contro tutto ciò che non funziona. È lo spirito dei “retake”, le iniziative dei ramazzatori volontari che magari non basteranno a garantire una città pulita ma almeno ci danno la sensazione di non aver lasciato nulla di intentato.

«Adesso mi faccio tutta la strada» annunciava l'eroico giustiziere di adesivi abusivi. Nei giorni seguenti, nel quartiere il camion dell'Ama è tornato a ritirare la spazzatura con una discreta regolarità, i mucchi di immondizia non si sono più visti. I cassonetti ora sono in bella vista, e l'uomo dal maglione bianco li può ammirare soddisfatto, senza neanche un adesivo, in tutto il loro splendore.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
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