Roberta Bernabei, storica dell’arte che organizza visite guidate, racconta i suoi giri con i romani: «Sono felici ed emozionati, uno mi ha fatto vedere che aveva la pelle d’oca». Fa un effetto insolito sentire per i corridoi tante voci di connazionali. «I visitatori italiani - nota la Bernabei - sono coltissimi in confronto agli stranieri; gli americani in particolare non sanno veramente nulla». Poi ci sono quelli che vogliono fare gli spiritosi: nella galleria delle carte geografiche una guida lancia una specie di quiz, «Papa Gregorio XIII lo nominiamo tutti i giorni, chi sa dirmi il motivo?», «Per le bestemmie» risponde uno facendo calare un velo di imbarazzo, siamo pur sempre a casa del Papa.
Nei saloni freschi si può ammirare tutto con calma, persino la collezione di arte contemporanea, che di solito passa inosservata e invece dimostra di avere un suo perché. Alla fine si esce con la voglia di fare il bis, magari alla Galleria Borghese o al Colosseo. In attesa che tornino i turisti, e con loro un po’ di soldi e di posti di lavoro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA