Un tempo era più facile riconoscere le leggende metropolitane. Erano racconti palesemente inventati, scollati dalla realtà, leggende appunto. Viene in mente la vecchia storia che tutti ripetevano negli anni 80, e che ogni romano cinquantenne ricorderà: il negozio di via del Corso (non si è mai capito quale, ognuno riferiva una versione differente) in cui le ragazze venivano rapite mentre provavano gli abiti in camerino, e fatte sparire attraverso una botola segreta. Oggi è tutto più difficile, le leggende metropolitane - che per inciso hanno cambiato nome e ora si chiamano fake news - si nascondono, si incistano all’interno di vicende vere, partono da notizie di cronaca e ne riempiono i vuoti.
Si pensi alla storia dei ladri di cane che colpiscono in città con il furgone bianco. C’è una base di verità accertata: il fenomeno dei furti di cani è reale e in aumento, succede ovunque nel mondo e Roma non fa eccezione.
pietro.piovani@ilmessaggero.it
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