Roma, incidente sul ponte Sublicio. E Sabrina cerca su Facebook i suoi soccorritori

Roma, incidente sul ponte incubo dei motorini. E Sabrina cerca su Facebook i suoi soccorritori
di Pietro Piovani
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Lunedì 14 Febbraio 2022, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 05:11

«Viviamo nella fobia del contagio» dice Sabrina Passerini. Nel periodo di Natale, tra le strade affollate dello shopping, ha assistito a una scena che l'ha molto colpita: un uomo era inciampato e aveva bisogno di aiuto, ma i passanti esitavano ad avvicinarsi perché non sapevano se fosse vaccinato o no. A quell'episodio ha ripensato Sabrina la mattina del 1° febbraio, quando è stata lei a infortunarsi in mezzo alla strada. Mentre viaggiava in motorino, è caduta sui solchi delle rotaie del tram su ponte Sublicio, tra Porta Portese e Testaccio, (uno dei punti più pericolosi di Roma per chi va su due ruote, come sa bene ogni motorinista della Capitale: chissà se prima o poi se ne accorgerà anche qualche amministratore). L'urto con l'asfalto, una brutta botta alla testa, la donna si è ritrovata in mezzo alla carreggiata, sdraiata a terra, con la confusione nel cervello, un fischio nelle orecchie, la vista annebbiata, tanta paura nel petto e il rischio di essere investita da qualche auto nel traffico dell'ora di punta. Ed è qui che è sceso dal cielo un angelo custode nelle fattezze di un cinquantenne di media statura, occhiali da sole, giubbetto di pelle nera e un cappello colorato. L'uomo l'ha aiutata a spostarsi sul marciapiede, l'ha assistita mentre cercava di mettersi seduta, l'ha consolata. Nel frattempo si sono presentate altre due angiolette, due signore, una con il cappotto beige, l'altra Sabrina non riesce proprio a ricordarsela. Hanno chiamato loro il 118, mentre la incoraggiavano. Le tre creature celesti si sono trattenute sul ponte per venti muniti, rimandando appuntamenti e impegni di lavoro. Sabrina si è sentita in dovere di rassicurare tutti: «Sono vaccinata, ho fatto tre dosi».«Non è il momento di pensare a queste cose» le hanno risposto. Poi finalmente è arrivata l'ambulanza, e mentre gli infermieri la caricavano a bordo l'uomo era ancora lì a sostenerla: «Vedrà che non è niente» le ha detto prima di salutarla. Oggi che sta meglio, Sabrina scrive sulle pagine Facebook di tutti i quartieri nella speranza di ritrovare i suoi anonimi soccorritori. «Per venti minuti sono stati i miei migliori amici, e vorrei tanto ringraziarli».

pietro.piovani@ilmessaggero.it

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