Il signor Enzo, l’uomo che per anni ha scritto sui muri di Roma, non c’è più. Si è spento a 83 anni a Palermo, sua città d’origine. «Dopo pranzo si è messo a letto e non si è alzato più» ha confermato il nipote Ermanno su “Uomo che scrive con il pennarello sui muri”, la pagina Facebook frequentata dai tanti ammiratori dei suoi bizzarri graffiti. Disegnini facilmente riconoscibili che si collocano al confine tra lo scarabocchio del vandalo e l’opera dell’artista (vennero persino esposti in un galleria siciliana, e il pittore Enzo Cucchi li citò all’interno di una propria opera accolta in un museo). I disegni erano spesso accompagnati da testi incomprensibili o comunque sgangherati, come lo slogan “Br ammazzate...” seguito da nomi di politici o di persone sconosciute: messaggi senza senso, ma che più di una volta sono stati scambiati per reali minacce terroristiche e sono finiti anche sui giornali.
Per anni il signor Enzo ha vissuto nella Capitale senza fissa dimora, dormendo dove capitava. Ogni tanto tornava nella sua Palermo ma poi si ripresentava sempre qua. Era quello che un tempo si sarebbe affettuosamente definito un picchiatello, ma era anche un uomo di discreta cultura e se ci parlavi avevi la netta sensazione di trovarti davanti a uno più sveglio di te. I suoi schizzi verranno cancellati dal tempo, e i muri di Roma forse non ci perderanno molto, anzi qualcuno dirà che ci guadagneranno. Ma quegli sgorbi hanno fatto parte del nostro paesaggio urbano per anni, e a non vederli più probabilmente ci sentiremo un po’ più soli.
pietro.piovani@ilmessaggero.it