Sulla carta, anzi sul display, tutto sembra accettabile poi però la mobilità quotidiana del turista è un percorso di sopravvivenza simile a quello che affrontano i pendolari romani ma con la differenza che stai giocando fuori casa, in un territorio sconosciuto. In teoria tra bus, tram e metro, spiega una ragazza australiana che insegna inglese a Roma, la rete dei trasporti è articolata e puoi arrivare ovunque.
Ma le corse saltano, i bus prendono fuoco, la metro si ferma. Anche acquistare il biglietto, malgrado alcune recenti innovazioni tecnologiche, è tutt’altro che friendly, a partire dalle macchinette lente o guaste. Restano i taxi ma poi ti imbatti a Termini nelle desolanti lunghissime code di clienti che fanno lo slalom tra i cartoni dei clochard e il posteggio delle auto bianche vuoto. Succede in coincidenza dell’arrivo contemporaneo di treni dell’alta velocità. Ma è un pessimo biglietto da visita per la città.
mauro.evangelisti@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA