A Roma due ragazzi creano l'Amazon di quartiere: così è nato Daje

A Roma due ragazzi creano l'Amazon di quartiere: così è nato Daje
di Pietro Piovani
2 Minuti di Lettura
Lunedì 30 Novembre 2020, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 23:20

Jacopo Gambuti e Matteo Proietti si sono laureati in Economia a Roma Tre. Quando è cominciato il lockdown, chiusi in casa come tutti, hanno avuto un’idea. «Sulle varie pagine Facebook di Monteverde - racconta Jacopo - leggevamo di negozianti che volevano organizzarsi per le consegne a domicilio. Li abbiamo chiamati uno per uno offrendoci di farlo noi: ne abbiamo contattati 15 e in 6 ci hanno detto di sì, la metà erano banchi del mercato di piazza San Giovanni di Dio. Abbiamo accroccato un sito, e in poco tempo siamo arrivati a trenta carrelli di spesa in una settimana». Otto mesi dopo il sito non è più accroccato anzi ha un bell’aspetto, ha raggiunto le adesioni di 90 negozi, e al quartiere di Monteverde ha aggiunto Testaccio, Marconi-San Paolo, Trastevere, a breve anche Trionfale. Il sito si chiama daje.shop, ed è ormai una piccola impresa a cui lavorano cinque persone più i due titolari, tutti sotto i 30 anni. Uno dei cinque è un rider, che con un unico giro passa per tutti i negozi, ritira le spese e le consegna ai clienti. Che accettano di pagare un sovrapprezzo perché il servizio è comodo, ma anche perché sono contenti di aiutare i negozi del loro vicinato a superare il momento difficile. Spesso si sente dire: bisognerebbe creare un’Amazon di quartiere.

Jacopo e Matteo non si sono limitati a dirlo ma l’hanno fatto sul serio, procedendo un passetto alla volta, senza strafare. E ancora c’è chi dice che i romani sono indolenti, e che i ragazzi di oggi sono svogliati.

pietro.piovani@ilmessaggero.it

(Nella foto: Jacopo Gambuti, co-fondatore di daje.shop)

© RIPRODUZIONE RISERVATA