«Vietato gettare i rifiuti». Nel cestino

di Maria Lombardi
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Venerdì 2 Febbraio 2018, 01:02 - Ultimo aggiornamento: 01:05
cestini pieni e rifiuti 
a terra così l’area
ludica diventa discarica
@romaspqr


A cosa serve un cestino dei rifiuti? La prima risposta che vi viene in mente è sbagliata. A Roma tante volte semplicemente non serve a nulla, è una presenza scenica, la testimonianza che nella guerra ai rifiuti vincono sempre loro, i rifiuti. Prendete i cestini del parco del Pineto. Decorosi, con la struttura di legno e la plastica per la raccolta. Fate finta che non ci siano. Anzi, siete proprio pregati di ignorarli. Su ogni cestino c’è un cartello bianco, protetto dal cellophane. «Avviso», scritto grande perché non sfugga a nessuno. «Per cortesia, evitare di gettare rifiuti nei cestini perché il loro svuotamento non viene svolto regolarmente. Si prega di usare cassonetti esterni». Avete capito bene: se vi capita di passeggiare nei vialetti del parco alla Balduina, avete bevuto l’ultimo sorso d’acqua e vorreste liberarvi della bottiglietta di plastica, tirate dritto davanti al contenitore che con molta probabilità troverete pieno, pienissimo o prossimo all’esplosione con una piramide di cartacce che lo sovrasta. Ma anche se siete di quelli fortunati, pochissimi, e il cestino è lì davanti a voi completamente vuoto, fa lo stesso. Siete pregati di guardare oltre. Riponete la vostra plastica in borsa, lasciate il parco e cominciate la ricerca dell’unico cassonetto non ancora straripante. Non è escluso che finirete per tornare a casa con la bottiglietta vuota. A questo siamo condannati, rifiuti migranti e noi con loro. Viaggi della vergogna sperando in un cassonetto o in un cestino migliore.
maria.lombardi@ilmessaggero.it
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