Profumo, mentine e fumo: annusare i figli per sospetto

Profumo, mentine e fumo: annusare i figli per sospetto
di Raffaella Troili
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Mercoledì 30 Gennaio 2019, 00:05
C’è un giorno in cui tocca affinare l’olfatto. Non è il profumo delle camicie del coniuge a preoccupare ma il sospetto che il figlio abbia cominciato a fumare. Le mamme iniziano ad annusare tutto: maglie, giacconi, capelli, l’alito anche, con la scusa di un bacio rubato. E a frugare negli zaini, rovistare nei cassetti, nelle tasche, di nascosto, leste come lepri, per trovare quel pacchetto maledetto, la prova che il ragazzo racconta balle. Una sfida giornaliera, perché le contromisure messe in atto non fanno che avvalorare i timori. Le caramelle, le mentine, le gomme al rientro a casa, come tutta quella scia di profumo: poco credibile, era meglio il sudore.
E che pensare dei cambi di magliette in corsa, anche prima di tornare. Le fughe in camera, i movimenti veloci, la solita scusa: è l’amico che fuma. C’è chi manda parenti insospettabili davanti scuola: blitz, passeggiate in incognito. Chi alla fine scopre un posacenere pieno di cicche dove non doveva esserci. Famiglie alle prese con un classico dell’adolescenza che coinvolge sempre più giovani, nell’età che si ossigena e inquina del gusto del proibito. Genitori si diventa, macerandosi, dividendosi tra falsi permissivi o proibizionisti. On line intanto è pieno di vademecum su come nascondere le sigarette ed evitare d’essere scoperti.
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