Ponte della Musica, il degrado che stona

di Mario Ajello
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Domenica 10 Gennaio 2016, 00:18
"Ma Ponte della musica serve
a scavalcare la montagna
di mondezza che hanno
ammassato sotto?".

@francesala

Può piacere o no il Ponte della musica. E a nostro avviso è molto bello, offre uno sguardo sul Tevere e su Monte Mario che a Roma è mancato per tanto tempo e passeggiarci sopra all'ora del tramonto, osservando i canoisti che sfilano lungo il fiume, è un'esperienza consigliabile a tutti. Ma qui, il discorso non è estetico. È etico. Le scritte e gli pseudo graffiti che sporcano questa opera pubblica, una delle pochissime che siano state realizzate a Roma negli ultimi decenni, parlano dell'abisso di inciviltà che deturpa la capitale e di cui i romani evidentemente non hanno piena coscienza e totale indignazione. Sennò non permetterebbero questo sconcio.

Chiamerebbero la polizia - se ancora esiste - appena scorgono qualcuno che scrive sui grandi tubi bianchi di metallo del ponte e soprattutto sui muretti che stanno sotto e sono diventati insieme alla piazzola un letamaio. In cui gli sfregi di vernice (esempio: «Samantha, me te vojo fa'») convivono con le cartacce e con le feci canine (anche umane?) e si rispecchiano nelle pozzanghere putride che punteggiano i pavimenti lí intorno. Le erbacce? Anche quelle. Se uno vede come è ridotto il vicino Stadio Flaminio, uno schifoso reperto di archeologia sportiva abbandonato a se stesso, a qualche roulotte in cui ci vivono i rom e a qualche auto adibita ad alcova notturna per trans e prostitute, fa gli scongiuri perché il Ponte della musica non diventi prima o poi così. Ma non c'è scongiuro che a Roma possa battere il degrado di Roma e l'indifferenza dei romani.

mario.ajello@ilmessaggero.it
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