«Non devi mettere foto mie». Se mamma vìola la privacy

«Non devi mettere foto mie». Se mamma vìola la privacy
di Raffaella Troili
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Mercoledì 15 Maggio 2019, 00:20
Ti ho detto che non devi mettere foto mie su instagram. Tu non ascolti proprio niente». Ogni tanto arriva il messaggio, solenne, minaccioso. «Ma che gli frega alla gente, metti altre foto meno imbarazzanti». Mamma detective incassa e ci rimane male. A malapena risponde con un «ok». Ma è più forte di lei: ora che le foto non si stampano, che tutto è social, l’idea di non poter condividere tracce della sua quotidianità senza chiedere il permesso non le va giù. Non ha chiaro che dietro le foto pubblicate dagli adolescenti c’è tutto un lavorìo di pose e di privacy, di pudore o ostentazione. Concetti estranei agli adulti che prendono e pubblicano, a volte più incoscienti dei figli, nella loro maldestra voglia di completare quell’album di famiglia che non si fa più.

Così, come è giusto che sia, mamma detective, è passata a chiedere il permesso. «Posso metterla su instagram?». La risposta è laconica: «Se ti piace sì». La censura ha approvato... Poi vien da pensare ai nostri genitori, con tutta l’attrezzatura al seguito, macchinette, rullini, obiettivi. Scattavano solo la domenica, nei momenti da ricordare, quando valeva la pena di immortalare, fermare un ricordo e tenerlo per sè. Forse non hanno 4mila foto da stampare, forse si sono persi qualcosa. Oppure non hanno perso tempo.
raffaella.troili@ilmessaggero.it
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