«Linea morbida, anzi dura». L’eterna sfida tra i genitori

di Raffaella Troili
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Mercoledì 22 Agosto 2018, 00:01
Un giorno arpia, il giorno dopo un ridicolo zuccherino. E poi di nuovo strega («Ora si cambia, primo spariscono joystick, playstation e smatphone») per smentirsi dopo 24 ore (basta un voto, un pretesto), «dai tieni, amore di mamma, gioca, te lo meriti». L’affare si complica, se un genitore è per la linea morbida, l’altro non riesce a non vestire il ruolo di rompiscatole. L’aria in casa è un’altalena schizzofrenica con picchi di severità e imbarazzanti retromarce.

«L’adolescenza è un momento difficile, lascialo in pace»; «è un irresponsabile, deve crescere, imparare a organizzarsi»: alla fine spesso il litigio si sposta tra adulti, capita pure che s’invertano i ruoli di chi fa il buono e chi il cattivo. Basta leggere un fatto di cronaca che riguarda un adolescente o ascoltare l’intervista a uno psicologo, per tornare agnellini, sperimentando ogni giorno che passa quanto è difficile tenere un punto ed esser credibili. E basta un «a ma’, si però non mi stressare» a far sbriciolare certezze, meglio non metterlo sotto pressione, «va bene sette e pure otto al compito, tieni il yostick, bello di mamma...». Nella testa risuonano fischi e pernacchie, i primi bambini inaffidabili a volte siamo noi.
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