In casa tra reale e virtuale imparando a saperli gestire

di Raffaella Troili
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Mercoledì 18 Marzo 2020, 01:48
«Ho la lezione di mate tra 5 minuti». Su Skype? Non lo apriamo dal 2008, sarà scaduto l'account, tutto da rifare, ma papà non c'è, mamma con la tecnologia ha i suoi tempi, potevi svegliarti prima? Ogni mattina una corsa, la colazione si fa alla mezza, nel frattempo nei corridoi di casa c'è un gran movimento di cavi, pc, tablet, cuffie, si sperimenta e per magia ci si scopre altamente preparati. Intanto nell'altra stanza il piccolo segue sul pc la lezione di spagnolo, le piattaforme sono sovraccariche, non tutti riescono a collegarsi, i più agitati sono i genitori, i ragazzi ci ridono. Forse sarà un'annata di ciucci, forse non saranno pronti al massimo per il prossimo anno, ma forse ha ragione quel prof di storia della pedagogia, padre e nonno, il cui messaggio gira sui social: «Stanno imparando ad affrontare le difficoltà impreviste, a rinunciare alla libertà dei movimenti e delle relazioni amicali per il bene comune; imparando il valore dell'attesa e della speranza, apprezzando quello che la casa offre, a pregare, a capire l'importanza della solidarietà. E stanno sperimentando che le tecnologie tutte, fanno sentire meno soli, aiutano a comunicare, esprimere i nostri sentimenti, volerci più bene». Quando tutto sarà finito sapremo finalmente gestire davvero reale e virtuale, importanti entrambi, c'è chi solo ora l'ha capito.
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