Il gelato “sospeso” e gli anonimi gesti di cuore

di Maria Lombardi
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Venerdì 8 Giugno 2018, 00:05
Il caffè sospeso... ma c’è pure il gelato sospeso (estate)
@arch-corvino

Quanto costa un sorriso? Dipende. Se c’è la panna o no, se i gusti sono due o tre, se è una coppetta da un euro e 50 o un maxi-cono con glassa di cioccolato da 4. Costa poco, un sorriso, regalarlo è semplicissimo. Si ordina un gelato e se ne pagano due. Quello «sospeso» - ossia già pagato - andrà ai bambini che guardano dietro il vetro le vaschette di pistacchio fragola nocciola e tirano dritto, con la mamma che promette domani. E sarà ogni giorno domani per chissà quanti. Fino al 31 ottobre in alcune gelaterie che aderiscono all’iniziativa di “Salvamamme” il gelato può essere subito, un regalo di qualcuno - non si sa chi - che ha pagato doppio. Come per la bimba di 5 anni che saltella felice all’uscita dell’asilo da quando c’è la sosta per il cono, la madre non aveva i soldi nemmeno per quello. Come per i 23 orfanelli di Haiti, arriveranno in Italia per un campo estivo, la suora che li accompagna ha già chiesto all’associazione i gelati sospesi. Una piccola gelateria romana per tutta la scorsa estate ha inviato vaschette alla frutta e alle creme a una casa famiglia per bimbi abbandonati. Finora “Salvamme” ha regalato 100mila sorrisi. Così tanti sono i signor nessuno che hanno lasciato in cassa pochi euro in più. Magari diventasse abitudine. Il caffè «sospeso» al bar, il pacco di pasta «sospeso» all’alimentari, la busta della spesa «sospesa» al supermercato. Invece sospesi siamo solo noi, tra pensieri e percorsi angusti dove non c’è spazio quasi mai per anonimi gesti di cuore. La bontà ci piace firmarla
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