Figli in discoteca e genitori autisti (esausti)

Figli in discoteca e genitori autisti (esausti)
di Veronica Cursi
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Venerdì 6 Gennaio 2023, 10:26

La prima festa di un figlio non si scorda mai. A 15 una mattina ti chiede con fare implorante: «Posso andare ad un evento?». Tu pensi che sia stato invitato a chissà quale serata esclusiva e invece no, un evento è quello che volgarmente noi boomer chiamiamo discoteca. Tu tentenni, fai qualche ramanzina, poi cedi perché sono le vacanze di Natale, ci vanno tutti, e tu sei un genitore moderno. Solo che non avevi considerato due cose: l’ansia e i chilometri che ti separano dal locale. Perché non solo dovrai portarlo ma ovviamente dovrai anche andarlo a riprendere e non si sa perché questi eventi sono sempre incredibilmente lontani da casa.

Così alle 22 ti ritrovi davanti a una folla di ragazzini con dei ciuffi di capelli che neanche Elvis. «Ok, ritorni all’una?».

Panico: e ora che faccio fino all’una? Ed è lì che per la prima di tante altre innumerevoli volte comincia quella pratica di autista attendista che ogni genitore affronta prima o poi nella vita. Padri che dormono dentro l’auto in attesa di figlie “ancora cinque minuti” dentro ai locali. Mamme che si portano avanti con il pigiama sotto al cappotto. Che poi bisognerebbe che qualcuno cominciasse a mettere a loro disposizione una stanza, qualche genere di conforto. Perché la notte è lunga, ma quella di un genitore è infinita. 

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