Amichevole organizzata per arrotondare con l’incasso - che fu di 216 milioni di lire - il miliardo e mezzo (ma ci fu chi sostenne fosse il doppio) sborsato dal presidente Viola per il cartellino. Falcon, Falcau, Farcao: ma chi era questo “gaucho” a cui Liedholm stava consegnando il centrocampo ma che giocava con il 5 - numero in Europa tatuato sulla schiena degli stopper - che non faceva dribbling e colpi di tacco, ma tocchi “di prima” e sempre a testa alta? La Juve aveva preso l’irlandese Brady, l’Inter l’austriaco Prohaska, il Napoli l’olandese Krol, la Fiorentina l’argentino campione del mondo Bertoni: per festeggiare la riapertura delle frontiere non era meglio Zico, stella del Brasile? Quarant’anni fa la “prima” di Falcao finì con un insignificante 2-2, ma segnò l’inizio di una straordinaria storia di sport culminata tre anni più tardi con lo scudetto, che tramutò il Divino nell’ottavo Re di Roma.
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