Da Dema a Pc: il mercato delle sigle in consiglio

Da Dema a Pc: il mercato delle sigle in consiglio
di Simone Canettieri
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Giovedì 22 Novembre 2018, 00:10
E visto che la navigazione, salvo impresti, sarà lunga, tanto vale iniziare a colorare con un po’ di sigle e partiti l’Aula Giulio Cesare. In due anni e mezzo, d’altronde, molto è cambiato sotto il cielo della politica romana. E dunque Cristina Grancio, la grillina eretica anti-stadio, sta sì nel gruppo misto ma d’ora in poi parlerà a nome di Dema, il partito personale di Luigi De Magistris, appunto, sindaco di Napoli. Un solo grido di battaglia: «Scassiamo tutto», dice la neo Dema, che si trova in questa avventura in compagnia di un’altra conoscenza della giunta Raggi (Paolo Berdini, ex assessore all’Urbanistica). E qualcosa si muove anche a sinistra, dove l’ex candidato sindaco nonché parlamentare Stefano Fassina, dopo aver rotto con Leu, ha lanciato un’altra sigla: “Patria e costituzione”. Più comodamente Pc. 
Nemmeno la destra sovranista sta a guardare e, come si sa, l’altro eroe del gruppo misto, Maurizio Politi, rappresenterà, dopo un’esperienza in Fratelli d’Italia, la Lega, ma per motivi burocratici porterà l’insegna di “Noi con Salvini”. Tengono botta la lista Marchini - che in questo trasformismo sembra archeologia - e il Pd. Anche se i dem in caso di vittoria di Zingaretti potrebbero scindersi verso nuovi lidi renziani. Domani possibili nuovi colpi di scena: c’è il Black Friday.
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