Credere nei piccoli miracoli metropolitani

di Maria Lombardi
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Giovedì 3 Dicembre 2015, 23:54 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 10:46
Volti di persone sorridenti per strada. Bei miracoli metropolitani @AlexContiac

Le chiavi sono al bar. La prossima volta fai più attenzione». Il messaggio è scritto a stampatello su un tovagliolino di carta, qualcuno l'ha incastrato al gancio dove si appendono il casco e le buste. Gabriele si vergogna della sua sbadataggine, vorrebbe dire grazie infinite volte ma non sa a chi. Il barista gli consegna le chiavi del motorino parcheggiato su viale Eritrea, gli racconta che un signore le ha trovate la sera prima, erano attaccate alla serratura, «sei stato fortunato, hai incontrato un angelo».

Un angelo con l'impermeabile è entrato nel bar ed ecco le chiavi. Gabriele regala al barista il suo migliore sorriso, sale sul motorino e va all'università pensando alla bellezza del caso. C'è una signora con i capelli bianchi che ogni mattina al parco delle Valli percorre i sentieri raccogliendo le cicche di sigaretta, getta nei cestini anche le buste di plastica abbandonate sull'erba senza timore che possano esplodere. La ringraziamo tutti, qualcuno al suo passaggio accenna a un applauso.

Lei alza le spalle, non lo fa per sentirsi dire grazie. Lo fa e basta. Un tunisino di 28 anni vede una donna oltre la ringhiera di Ponte Marconi, lei sta per fare un passo nel vuoto. Si avvicina, le parla a lungo, chissà cosa le dice per convincerla a vivere. Piccoli miracoli metropolitani. Possono ripetersi e fa bene crederci, fanno bene a noi così impauriti e diffidenti da scambiare tante volte un sorriso per una minaccia.

maria.lombardi@ilmessaggero.it