Lucia ha deciso di spendere gli ultimi euro della sua prima
cassa integrazione (i soldi di marzo sono arrivati il 20 maggio e sono subito finiti) per prendersi un bel caffè a Piazza Navona, seduta al tavolino. Se lo è goduto veramente quel caffè, la giornata era limpida, la piazza silenziosa e pulita come non l’aveva vista mai, abitata solo da pochi romani. Anche i baristi sembravano diversi, molto più simpatici, attenti a non deludere i clienti, per convincerli magari a tornare il giorno dopo. Lucia ha pensato a quanto sarebbe bello il centro di
Roma se fosse sempre così, senza turisti. I prezzi sarebbero più bassi, i negozi venderebbero merci migliori invece di quella paccottiglia per vacanzieri in cerca di souvenir che si vede nelle bancarelle e anche in tante vetrine, le strade sarebbero più sgombre, non ci sarebbe quell’atmosfera innaturale che ormai da tempo si respira in un centro storico trasformato in un luna park. Ma Lucia ha pensato anche che è proprio per la scomparsa degli stranieri che lei non ha più uno spicciolo in tasca: la sua azienda produce borse di pelle destinate principalmente ai negozi del centro, che ora non vendono niente. E allora aspettando che il
turismo ritorni e il lavoro pure, e che Roma torni a essere la città intasata e opprimente di prima, Lucia si è goduta il caffè. Anche quello le sembrava più buono del solito.
pietro.piovani@ilmessaggero.it