«Immedesimatasi in Cappuccetto Rosso, Marta decide di recarsi dai suoi genitori per portargli un canestrello pieno di generi di conforto e fargli un po' di compagnia. Giudiziosamente compila le due autocertificazioni, una per l'andata e una per il ritorno, motivo "assistenza genitori anziani". Si barda con guanti e mascherina e si avvia a bordo della sua autovettura. Arrivata a piazza Istria, viene fermata dalla polizia municipale. “Buonasera, dove va? Da dove viene? Dove abita? Cosa porta? E perché? E come? E quando? E l'autocertificazione ce l'ha?”. “Vado dalla mamma e dal papà che sono vecchiarelli, reco loro un canestrello eccetera eccetera. Ma lei agente perché non indossa la mascherina?”. “Me la so' appena tolta e comunque non mi avvicino. Favorisca patente e autocertificazione. Tutt'apposto grazie buonasera vada pure”. Marta fa per riavviare l'autovettura che non parte, la batteria ha esalato il suo ultimo respiro.. Nel frattempo i due agenti sono risaliti in macchina. Marta si sbraccia per fermarli: “Scusate, la mia macchina non parte più, avete mica i cavetti per la batteria?”. Risposta dell'agente: “No”. E la macchina della municipale se ne va».
Dunque Marta rimane così, sola, con l'auto in panne, nel deserto di piazza Istria, abbandonata da quegli uomini delle forze dell'ordine che fino a un momento prima si mostravano tanto solleciti (mascherina a parte) nel tutelare la sua incolumità. Ma come in ogni favola che si rispetti, il finale è lieto: Marta afferra il telefonino e chiama in aiuto i suoi affetti più stabili, che accorrono e fanno partire l'auto a spinta, il canestrello viene consegnato agli anziani genitori e tutti vissero felici e contenti.
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