dentro, una strada strada.
La mia, forse, è la Camilluccia
Forse #romanord
@nomfup
Chicca è di Roma Nord. E ne va fiera. Anche adesso che non è più una pischella ma una supermamma che lavora e al tempo stesso sta dietro a tre marmocchi. Per questo ha dovuto rinunciare alla sua «Smartina» per un’auto qualunque. Chicca risponde al telefono con «Oi» e sente più vicina Forte dei Marmi che Ostia, Cortina d’Ampezzo che Ovindoli.
La sua Roma è quella di via della Camilluccia, Parioli e corso Francia. Ne conosce farmacie, supermercati, parcheggi e orari di punta. Ma qualche giorno fa, complice una manifestazione, Chicca, che doveva andare a lavorare in centro, ha scoperto un’altra Roma. I blocchi dei vigili e il traffico impazzito l’hanno portata infatti dove non era stata mai. Era smarrita lontana da piazza Euclide e Ponte Milvio e così per cercare di raggiungere l’ufficio (ma forse anche per avere un po’ di conforto) ha chiamato un collega, Pippo, di Roma Sud. Quella telefonata è stata l’incontro tra due mondi paralleli: «Oddio mi sa che sono a Trastevere» dice Chicca. E lui «Embé’».
Poco dopo lei aggiunge: «Sono finita al Gazometro e adesso come faccio?». Pippo prova a guidarla ma i due sembrano parlare lingue diverse: lui indica circonvallazione Gianicolense e lei cerca viale Mazzini. Pippo alla fine le propone di lasciare l’auto e di prendere la metro. E Chicca, che non la prende da quando i biglietti costavano mille lire, lo ascolta. Ma per lei esiste solo la stazione Ottaviano e quindi torna indietro da dove era partita. Quando dopo ore arriva in ufficio la prendono un po’ in giro: la rivincita del pragmatismo di Roma sud sulla leggerezza di Roma nord. Chicca sorride e li lascia fare. A lei va bene così. E questa è la forse la forza di Roma Nord.
davide.desario@ilmessaggero.it
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