Da "bufu" a "sgravated": ma come parlano i giovanissimi di Roma?

Da "bufu" a "sgravated": ma come parlano i giovanissimi di Roma?
di Pietro Piovani
2 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Novembre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 19:54
Oggi in università uno dalle ultime file ha gridato al mio prof di storia medievale “Sei un Bufu” Ahahahaha
@_mywonderwall



Chi sa già cosa vuol dire “bufu” può saltare questo articolo. Chi invece non lo sa evidentemente ha più di venti anni, perciò non conosce una parola che tra gli adolescenti è di uso comunissimo. Bufu è un insulto generico il cui significato si può collocare nello spazio semantico tra “ridicolo” e “stronzo”, e si è diffuso per opera di un gruppo rap nostrano di nome Dark Polo Gang. È uno degli esempi più recenti di linguaggio giovanile, il gergo che si rinnova con il succedersi delle generazioni, diciamo ogni cinque-dieci anni.

Lo scrittore Rossano Astremo, professore di italiano in un liceo del centro, ha segnalato qualcuno di questi neologismi in un articolo sulla rivista online minima&moralia. Alcuni in verità sono neologismi fino a un certo punto: “paccare” per pomiciare, “ciospa” per sigaretta, “buffo” per debito, “abbioccarsi” per addormentarsi sono termini che a Roma circolano da decenni se non da secoli, magari con un significato leggermente diverso. Altre invece sono vere invenzioni linguistiche, che rivelano anche una certa creatività, come “chiusino” per definire la persona che sta sempre a casa e non ha voglia di uscire (figura come si sa molto diffusa tra gli adolescenti contemporanei) o “buzzicozza” (una crasi che fonde buzzicona e cozza), o gli pseudo-anglicismi “al fly” ( al volo), “sgravated” (sgravato), “skippare” (saltare una lezione, quello che i romani giovani di una volta chiamavano “fare sega”).

Alcune di queste parole forse riusciranno a entrare in pianta stabile nel lessico dei parlanti italiani o almeno di  quelli romani. Altre scompariranno, perché tra cinque-dieci anni ci saranno nuovi adolescenti e chi ancora parlerà così sarà considerato vecchio e ridicolo. Praticamente un bufu.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA