L’autogol del monumento delle “notti magiche”

di Mario Ajello
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Domenica 11 Febbraio 2018, 00:04
“Il Gol di Italia90
cade a pezzi” 

@artribune

Che tristezza passare lì davanti. Guadare quella che doveva essere, attraverso la rappresentazione artistica della gioia liberatrice di un gol, la celebrazione di una città che dà un calcio alla normalità dell’ordinario per provare a sognare in grande. E invece, nessun sogno, nessuna grandezza, l’enorme scultura lignea di Mario Ceroli, tra il palazzetto dello sport di Nervi e l’edificio del Coni lungo viale Tiziano, è diventato un pezzo del declino generale della zona, la stessa zona dove qualche giorno fa si è consumato l’omicidio di un clochard, ucciso – pare – da altri sbandati. 

La scultura sta a lì a ricordarci il passato di un’illusione questo pallone quadrato e ormai sformato sotto il peso dell’incuria e del menefreghismo istituzionale dilagante. Eppure Ceroli è Ceroli, uno dei massimi scultori italiani, quello dell’Uomo Vitruviano all’aeroporto di Fiumicino e di infinte altre bellezze. 

Ma niente: Roma vive di erbacce e tanto vale farle salire quasi fino alla sommità del Gol così se lo mangiano, o fare cadere – accadrà a poco, se nessuno interviene – il Gol in mezzo alle sterpaglie, alle immondizie, allo schifo di cartacce e di siringhe che circonda questo spigoloso pallone che un tempo era rosso e ora sta perdendo il colore per l’umidità e la sua forma perché cedono i chiodi mangiati dalla ruggine. Marcisce scricchiola, geme questo monumento degradato a simbolo dell’autogol. 
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