Aprilia, fucina di arbitri: il sogno di Nana Tchato

di Mimmo Ferretti
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Domenica 10 Febbraio 2019, 00:00
C’erano una volta i campi di pozzolana, le porte con i pali quadrati, le strisce dell’area di rigore o del centrocampo a zig zag, gli scarpini Piuma o Adipas che uno si comprava nel negozietto sotto casa e il pallone di cuoio di seconda mano, quello duro come il legno. Oggi i campi sono sintetici di prima, seconda o ultima generazione, le strisce dell’area o di centrocampo sono pitturate, quindi dritte e perfette, il pallone è di un materiale studiato alla Nasa e gli scarpini sono rigorosamente di gran marca. Ieri come oggi, però, ciò che conta su un campo di calcio è la passione. E quando c’è di mezzo la passione non ci sono barriere. Di qualsiasi tipo. E non ci sono barriere neppure se vai in campo per fare l’arbitro. 

Franck Loic Nana Tchato, nato 26 anni fa in Camerun, uno dei fischietti più stimati della sezione Aia di Aprilia, ha una passione infinita per il suo ruolo. Per ora dirige gare di Serie D, e non solo, ma dicono che sia destinato a palcoscenici molto più importanti. Lui non sogna altro.
La cosa incredibile, però, è che qualcuno ancora si meraviglia di trovare in campo un arbitro di origini africane. E noi ci meravigliamo della loro meraviglia.
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