Alle feste alcoliche dei ragazzi nel beer pong si mischia tutto

di Raffaella Troili
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Mercoledì 22 Luglio 2020, 00:00
Una volta c’era il gioco della bottiglia. Ora non c’è festa senza che si giochi al beer pong. La maggior parte dei genitori non lo conosce, inutile che fate i saputoni, anche mamma detective è rimasta indietro. E chiede candidamente di che si tratta, visto che non c’è party in cui non scatti questo gioco. Non sa che c’è anche un campionato italiano e che bastava andare su wikipedia per leggere che “è un gioco di bevute, in cui i giocatori lanciano una pallina da tennistavolo da un lato all’altro del tavolo con lo scopo di fare centro in un bicchiere di birra che si trova dall’altro lato del tavolo”. Ah.

La variante tra i giovanissimi è che si gioca a squadre, che nei bicchieri, di varia grandezza, c’è di tutto, anche, soprattutto alcolici mischiati. Che chi perde beve. Ah. Sempre in rete, ci si documenta e si scopre che nel 2008 negli Usa era scattato l’allarme beer pong «così i giovani bevono troppo» e dieci anni dopo era rimbalzato anche nella Val di Sole in Trentino. Non resta che unirsi in ritardo all’allarme sballo, con domande indirette, giusto per capire meglio, del tipo: «Ma la pallina rimbalza per terra prima di entrare nel bicchiere? Ma poi non ti fa schifo bere?». Strategie, di finte ingenue...
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