Travolti da compiti e montagne di libri

di Raffaella Troili
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Martedì 6 Ottobre 2015, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 23:53
A partire dalle medie, la mia vita é stata solo un'ansia @xlearntodream



C’erano una volta le elementari, il sorriso tenero della maestra, i compiti facili da bambini, le recite, il grembiule, le corse al parco. C’erano. Fino a tre mesi fa, il soffio d’una stagione. Ecco spiegato perché il passaggio alle medie è traumatico: intanto c’è la professoressa e già il termine fa tremare, il piccolo poi improvvisamente si sente grande, del resto studia robe da grandi, del resto abbiamo speso 300 euro solo di libri, mentre eravamo abituati ad averne tre e gratis.



Ora il tavolo del salone è invaso da montagne di testi, cartelline, righe, squadre, foderine, materiale per tecnica, arte, musica. Non si riesce a contenere tanta cultura, segno d’una famiglia allo sbaraglio, che ancora deve prendere le misure con la valanga di materie e compiti. Tanti. Non è vero che la scuola media è fessa, piuttosto è tosta. Si macina e ognuno deve metterci del suo – scuola, famiglia, alunno – ma anche gli adulti si scoprono senza paracadute, anche per loro all’inizio serve una giustificazione, non sono più abituati a una tabella di marcia tanto serrata.



I compiti scandiscono e condizionano giornate e weekend, i ragazzi si ritrovano a studiare ore e ore, fino a sera.
Il diario parla chiaro, i compiti non entrano in una sola pagina. E d’ora in poi sarà così, indietro non si torna, il nastro non si riavvolge e quelle crisalidi di uomini, mezzi bambini e mezzi adolescenti, nemmeno lo vorrebbero. Sono i primi ad aver spiccato il volo, più incoscienti che ansiosi davanti a quella montagna di libri che occupa il tavolo del salone e che intanto ha preso anche il posto riservato all’albero di Natale.