I tifosi che hanno nostalgia dei Roma-Napoli di una volta

di Pietro Piovani
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Mercoledì 1 Aprile 2015, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 00:17
Cuando el Napoli era Maradona y la AS Roma Falcao #DerbyDelSole

@luigimora90




Su Youtube si può trovare la ripresa televisiva integrale di Roma-Napoli del 25 ottobre 1987. È un documento importante per una partita che è entrata nella storia: quel giorno si chiuse la lunga stagione del gemellaggio tra le due tifoserie. La colpa viene spesso attribuita a un gestaccio (che in effetti ci fu) rivolto alla Curva Sud dal calciatore Salvatore Bagni. Il filmato testimonia che le cause furono sicuramente altre, precedenti, visto che già l’annuncio della formazione azzurra venne accolto dai fischi dei romanisti. Secondo alcuni il clima si era guastato un anno prima, quando i giallorossi insultarono l’ex laziale Bruno Giordano e per risposta i napoletani se la presero con Bruno Conti. Altri parlano del presunto accoltellamento di un romanista, episodio di cui però non è mai stata accertata la veridicità. Sta di fatto che in quel 1987 finì il sodalizio tra le due curve più belle d'Italia.



I ragazzi che oggi affollano la Sud non hanno idea di che meraviglia fossero quelle partite. Lo chiamavano derby del sole, e quando capitava di primavera era davvero uno spettacolo di luce e di calore, in un Olimpico battuto dai raggi del sole perché ancora non esisteva la copertura delle tribune. Gli ospiti avevano l'onore di fare un giro di campo con le loro bandiere, applauditi dal pubblico di casa, omaggio che veniva ricambiato quando i giallorossi andavano in trasferta al San Paolo. Dalla Sud si alzava il coro «Napoli Napoli», la Nord rispondeva «Roma Roma». Era l'unica partita del campionato in cui i padri portavano i figli allo stadio senza paura.



Dal 1987 invece si è cominciato a cantare «Dai Vesuvio lavali col fuoco», le partite con gli azzurri sono diventate un inferno, e dopodomani assisteremo a un altro tristissimo derby senza sole e - per motivi di sicurezza – senza napoletani allo stadio. Tanti tifosi, sia a Roma sia a Napoli, vorrebbero tornare al gemellaggio e alle feste di una volta. Purtroppo nel calcio di oggi i tifosi normali non contano niente: anche loro, come le società e i calciatori, sono stati presi in ostaggio da quei pochi capiclan che comandano nelle curve.



pietro.piovani@ilmessaggero.it