Quella Roma barocca, caotica ma non kitsch

di Mario Ajello
2 Minuti di Lettura
Domenica 2 Novembre 2014, 05:46 - Ultimo aggiornamento: 09:14
Anche nella Roma del '600 potevi essere scippato, né più né meno - più meno che più - di adesso. Però allora, e oggi no, tra via di Ripetta, via della Scrofa (dove abitava) e Trinità dei Monti, potevi incontrare Caravaggio. Magari era lui a scipparti? Può darsi, magari a mano armata essendo notoriamente ben munito durante le risse, ma vuoi mettere ad essere borseggiato da un genio senza tempo piuttosto che da un odierno coattello? La mostra sui «Bassifondi del Barocco», in corso a Villa Medici, suscita insomma l'invidia per chiunque di noi di non aver vissuto nella Roma del '600, dove non c'erano strisce blu né Ztl, che era caotica, puzzolente, gremita di postacci e di gentaccia, di bische e di ladroni, ma anche straboccante di artisti venuti da tutto il mondo perché il centro del mondo era qui. Incontrare in mezzo alla strada Caravaggio poteva essere una sfortuna o un piacere. Magari ti dava una mazzata, e vabbè. O magari ti portava a fare un salto insieme a lui da qualche prostituta nella zona di via Ripetta o a bere un bicchiere di pessimo vino nel dark side della città. Ma vuoi mettere, rispetto al perdersi in mezzo alla folla omologata nei non luoghi dei megastore che possono stare a via del Corso in maniera identica a come starebbero in Giappone o in Sud Africa? I venditori ambulanti esistevano anche nel '600, molesti come quelli attuali. Ma almeno Caravaggio e i suoi colleghi hanno avuto la fortuna di salvarsi dai camion bar. Se li avessero visti, li avrebbero immortalati nei loro dipinti. Inventando anzitempo il kitsch.



mario.ajello@ilmessaggero.it