Quei marciapiedi chiamati trappola

di Davide Desario
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Martedì 6 Maggio 2014, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 17:34
Quando si parla di buche a Roma immediatamente si pensa alle strade dissestate: pericolo di morte continuo per i motociclisti e i ciclisti; incubo per gli automobilisti che ci rimettono cerchioni, pneumatici, ammortizzatori e marmitte. Ma ogni volta ci si dimentica dei più deboli: i pedoni.



Perché non ci sono solo le buche sulle strade. Ci sono, eccome, le buche sui marciapiedi che spesso sono più insidiose perché magari colpiscono le persone più indifese come anziani e bambini.



Non c’è zona di Roma che si salvi: da Montesacro alla Garbatella, dalla Balduina al Flaminio, da Cinecittà all’Ostiense i marciapiedi sono una trappola, tra radici che esplodono l’asfalto, piastrelle semovibili, toppe di bitume che spesso sono peggiori della buca. Il risultato è un boom di traumi nei pronto soccorso della Capitale: dal San Giovanni al San Camillo, dal Casilino al policlinico di Tor Vergata fino al Grassi di Ostia, la storia è sempre la stessa: distorsioni, caviglie gonfie, femori rotti.



Ma è possibile che la Capitale debba essere così maltenuta? Che fine fanno i soldi, e non sono pochi, che vengono pagati per le tasse e che dovrebbero essere stanziati per aggiustare i marciapiedi? Perché a Roma il Comune, e i municipi laddove sia di loro competenza, non intervengono?



Il Messaggero.it ha deciso di raccogliere sulle sue pagine web le denunce dei romani e di metterle insieme. Inviate anche voi la foto e la descrizione del vostro marciapiede rovinato. Un coro è più forte di ogni singolo cantante.