Ma svuotarla al rientro
d ancora pi noie. #trolley
@mikelignaYT Tlac-tlac-tlac. Ecco, li senti arrivare dall’ormai tradizionale rumore del trolley sui sampietrini, che non furono ideati pensando che un giorno ci sarebbero state delle valigie con le ruote. E a vagare, con uno spicchio di vita chiuso in fretta dentro un trolley non sono solo i turisti, sono le nostre esistenze di corsa. Quelle che miracolosamente incastrano il trolley in uno scooter, corrono a prendere treni dell’alta velocità. Si precipitano - tlac-tlac-tlac - ad appuntamenti di lavoro e dentro al trolley hanno il tablet con l’altro pezzo di vita, quello a metà tra nuvola e memoria interna, perché ci serve la biancheria da portare a lavare dalla mamma o in tintoria ma anche quel file che devi avere sempre con te. E poi - tlac-tlac-tlac - fai rimbalzare il trolley sulle scale della fermata della metro o lo riponi, amorevolmente, nel baule di un taxi. Guardatevi intorno e fateci caso, tutto attorno è un fiorire di persone che corrono non con un setter al guinzaglio ma con un trolley - blu, rosa, a quadrettoni scozzesi - che fa tlac-tlac-tlac. Poi, prima o poi arriverà quel momento, ecco che ti puoi fermare e sul treno o sull’aereo non ci sali per dovere ma per piacere, perché ci può essere lo spazio per un viaggio, una vacanza. E quasi a quasi vorresti lasciare a casa il trolley e schiacciare le tue cose in uno zainetto. E partire con quello in spalla. Come i vecchi tempi, quando neppure ci pensavi alle valigie con le ruote.
mauro.evangelisti@ilmessaggero.it
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